Tra le infiammazioni delle vie urinarie, la fastidiosa cistite colpisce prevalentemente le donne tanto che, secondo le stime, il 25-35% delle donne adulte soffre ogni anno di uno o più episodi di questo disturbo.
Studi clinici recenti dimostrano che l’uso del cranberry (o mirtillo rosso) permette di ridurre il numero di cistiti in un’incidenza che va dal 20 al 50% all’anno. Tra i rimedi naturali per combattere la cistite, con il mirtillo rosso è possibile giocare d’anticipo e prevenirne l’insorgenza.
Le origini del mirtillo rosso
Una storia molto antica quella del mirtillo rosso: l’uso del cranberry (Vaccinium macrocarpon) risale ai Nativi d’America, che chiamavano il frutto dalle bacche rosse Imbi o Atoka.
Il cranberry aggiungeva sapore e vitamine al pemmican (piatto tipico della tradizione pellerossa, composto da un miscuglio di carne essiccata e di grassi) e fungeva da rimedio molto efficace sulle ferite, se applicato sotto forma di impacco, tingeva infine i tessuti per tappeti e vestiti. Furono proprio i Pellerossa a far conoscere il mirtillo rosso, ricco in composti fitochimici, ai primi coloni e ai navigatori transatlantici che lo utilizzarono come trattamento preventivo contro lo scorbuto (malattia dovuta a carenza di vitamina C) per almeno due secoli.
Proprietà e benefici del mirtillo rosso
Le sue proprietà benefiche contro la cistite sono già conosciute nel 1923, quando molto prima della scoperta degli antibiotici, alcuni medici americani prescrivevano il cranberry per diminuire la ricorrenza delle infezioni urinarie. Si pensava che gli effetti benefici del mirtillo rosso sulle cistiti derivassero dall’acidificazione dell’urina, determinata dalla forte acidità del succo della pianta.
Questa ipotesi fu confutata alla fine degli anni ’50, ma si sarebbe dovuto attendere il 1984 perché gli effetti della bacca rossa trovassero una spiegazione scientifica, e fossero così reimpiegati nella prevenzione delle cistiti ricorrenti.
In realtà, l’assunzione del cranberry modifica la composizione chimica dell’urina in modo da inibire l’aderenza dei batteri, in particolare dell‘Escherichia coli, alle pareti della vescica. Quest’azione sembra dovuta alla presenza, nella pianta, di diverse sostanze ed in particolare delle proantocianidine (tannini condensati) ad elevato peso molecolare.
Poiché l’azione delle sostanze del cranberry non è battericida, il mirtillo rosso non induce fenomeni di resistenza ai batteri responsabili della cistite. Pertanto rappresenta una valida alternativa ai trattamenti antibiotici e costituisce un nuovo approccio strategico, soprattutto nella profilassi delle infezioni urinarie recidivanti.
Cranberry per prevenire la cistite
Anche se può aiutare molto, la pianta medicinale da sola non basta per curare: è più indicata come profilassi. E va affiancata a succhi concentrati o supplementi.
In commercio il cranberry, si trova infatti sotto forma di integratori. Si suggerisce di assumerli in cicli periodici nel caso in cui si soffra di cistiti recidivanti e di ripetere l’assunzione subito dopo un attacco di cistite. Per dubbi consultare sempre il proprio medico o farmacista di fiducia.