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L'esperto spiega alcune semplici regole da applicare durante tutto il periodo della fioritura per limitare le crisi allergiche e i fastidi stagionali
22.01.2016
Graminacee, betulla e ambrosia al Nord; cipresso, graminacee e parietaria al Centro, di nuovo parietaria ed olivo al Sud. Posto che vai, polline che trovi.
Non c'è dunque da stupirsi se, verso la stagione delle fioriture, a Milano, magari in occasione di una scampagnata nel novarese dove abbondano i campi di mais, l'allergico sperimenterà un intenso prurito alle mani, sulle colline laziali comincerà a starnutire mentre sonnecchia sotto un cipresso, e a Palermo all'ombra di un ulivo.
La primavera, stagione che tanto ha ispirato e ispira tuttora poeti e artisti di ogni dove, non è poi così tanto idilliaca per tutti, e per chi soffre di allergie ai pollini può diventare un vero incubo. Ecco quindi le regole d'oro per superare i mesi no per chi soffre di allergia, suggerite da Riccardo Asero, allergologo della Clinica San Carlo di Paderno Dugnano (Milano).
Allergie ai pollini? Sì ai weekend fuori porta e all’aria condizionata, mentre bollino rosso sugli sport all’aperto.
Per scoprire gli altri consigli, sfoglia la gallery!
Per l’allergico ai pollini che ama muoversi all’aperto i mesi che vanno da marzo a giugno potrebbero essere deleteri: «lo sforzo fisico aumenta l’assorbimento degli allergeni per via inalatoria, per cui la persona che pratica sport è esposta a un maggior rischio di crisi asmatiche» spiega l’allergologo.
Meglio dunque prediligere un ambiente più protetto per svolgere l’allenamento, «come una palestra con l’aria filtrata» sottolinea l’esperto.
Cambiare aria fa bene, soprattutto se è di mare, parola dell’esperto.
«Se una persona che abita a Milano è allergica ai pollini di graminacea e ambrosia e nel weekend se ne va in Liguria, dove la concentrazione di queste piante è molto esigua se non proprio assente, sicuramente starà molto meglio. Inoltre, in generale, l’aria spira soprattutto dal mare verso l’entroterra e l’esposizione è molto più bassa» spiega il dottor Asero.
Ovviamente in base alle diverse regioni e allergie cambiano gli scenari, una meta che rappresenta sempre un ottimo rifugio per gli allergici è la montagna: infatti, sopra i 1500 metri, tendenzialmente pollini non se ne trovano.
A molti, come idea, potrebbe non andare a genio, ma durante la stagione dei pollini in casa è meglio tenere le finestre chiuse.
I pollini arrivano dall’esterno, quindi «se in casa c’è l’aria condizionata e si possono tenere le finestre chiuse, sicuramente le esposizioni polliniche risulteranno inferiori» sottolinea Asero. Ancora meglio se l’aria condizionata è dotata di un apposito filtro HEPA: «la pulizia della casa è importante per chi è allergico agli acari più che ai pollini, per questi ultimi la cosa migliore è proprio cercare di non farli entrare».
In generale, «è fondamentale adoperarsi per evitare le massicce esposizioni – spiega l’esperto – L’utilizzo di una mascherina quando ci si muove in bicicletta, per esempio, aiuta a limitare il contatto e l’inspirazione di pollini».
Un altro momento delicato è quello dopo la pioggia: la pioggia infatti rompe i granuli pollinici in frammenti più piccoli che raggiungono facilmente le vie aeree, in maggiore profondità, con la possibilità di scatenare crisi d’asma.
Dopo un’accertata diagnosi è importante «seguire la terapia medica stagionale come prescritta dal dottore, che solitamente consiste nella somministrazione di farmaci antinfiammatori ad uso locale, tipo i cortisonici inalatori sia per via nasale che per via bronchiale (per gli asmatici), e di antistaminici, sia per via sistemica che locale. Per i pazienti allergici in generale poi, è sempre indicata l’immunoterapia, il vaccino» conclude l’esperto.
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