Una dieta fortemente ipocalorica protratta per lunghi periodi, non adeguatamente formulata e controllata, può produrre una cospicua perdita di peso corporeo totale, di cui solo il 40% è rappresentato dalla perdita di tessuto adiposo.
Quando una dieta può definirsi ipocalorica? Quando prevede un apporto giornaliero tra le 300 e le 600 calorie con un minimo di 35-60 g di proteine (fino a un massimo di 0,8 g per kg di peso desiderabile).
Se si segue una dieta ipocalorica per troppo tempo si può incorrere in notevoli squilibri nell’organismo, quali: riduzione della glicemia e del glicogeno (che si traduce in sensazione di stanchezza, fame, facile stancabilità), iperuricemia (l’accumulo patologico di acido urico nel sangue) e bilancio azotato negativo (indici di catabolismo proteico), squilibrio elettrolitico, riduzione del ferro nel sangue, anemia, ipotensione arteriosa e disidratazione.
Una conseguenza importante ai fini della salute è rappresentata dall‘insufficienza cardiaca da atrofia cardiaca, che può portare ad aritmie (anche gravi, come segnalato in letteratura negli anni ’80 in giovani donne sottoposte a diete restrittive con sola assunzione di proteine liquide!). Avviene contemporaneamente una riduzione parallela del metabolismo basale: in breve tempo il corpo si abitua a bruciare meno calorie e si adatta all’apporto calorico ridotto, rallenta il metabolismo, e brucia sempre meno. Il risultato? La perdita di peso si riduce rapidamente e infine si arresta.
Anche i programmi basati su una restrizione calorica meno drastica (riduzione di circa 500-1000 kcal al giorno come nei menu delle diete equilibrate) si associa a riduzione parziale di massa grassa e a riduzione del metabolismo basale.
Solitamente, con questo tipo di dieta si riesce a perdere circa 1 kg di peso a settimana, di cui il 60-70% è rappresentato da tessuto adiposo, il resto da acqua e massa magra; per tale motivo è utile associare alla dieta l’esercizio fisico, che riduce nettamente la perdita di massa magra, anzi spesso provoca un aumento della massa muscolare, si oppone alla riduzione del colesterolo HDL (quello buono) e si oppone alla riduzione del metabolismo basale.