Quanto è importante l’alimentazione nella prevenzione dei tumori femminili, nello specifico del tumore al seno? Lo abbiamo chiesto al dott. Francesco Valenti, senologo presso il Centro Medico Santagostino. La prima precisazione che vogliamo fare riguarda il ruolo della dieta e dei cosiddetti “super cibi”: la prevenzione non deve assolutamente limitarsi a questi ma comprendere più strategie complementari: dieta sana, controllo del peso, attività fisica e controlli specifici differenti a seconda dell’età.

Prevenzione del tumore al seno e dieta

«Esiste certamente una stretta correlazione tra stili di vita (alimentazione, attività fisica) e incidenza del cancro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma ormai con forza che “almeno un terzo di tutti i casi di tumore possono essere prevenuti” e questa prevenzione passa inevitabilmente proprio da una modificazione degli stili di vita dannosi e quindi anche attraverso una sana alimentazione. È molto difficile, tuttavia, ottenere dati precisi e affidabili circa la correlazione esistente tra cancro della mammella (e non solo) e alimentazione» spiega il dott. Valenti.

«Possiamo trarre delle informazioni confrontando l’incidenza di questa patologia nei diversi paesi del mondo. Portiamo come esempio il “caso” delle donne giapponesi che presentano un’incidenza di tumore della mammella minore rispetto alle donne americane di pari età. Ebbene, quando queste donne si trasferiscono a vivere negli USA, acquisiscono la medesima incidenza delle colleghe americane. Questo lascia pensare, quindi, che il rischio abbia a che fare con lo stile di vita, l’ambiente e in particolare con le diverse abitudini alimentari» continua l’esperto.

Dunque, il ruolo delle scelte alimentari (ma poi, vedremo, anche il controllo delle quantità) pare profilarsi decisamente importante nella prevenzione dei tumori, compreso appunto il tumore al seno.

Gli studi sulla correlazione tra cibo e tumore

Con il prezioso aiuto del dott. Francesco Valenti, abbiamo considerato un importante studio sul tema.

«Per definire quindi con buona approssimazione la correlazione tra cibo e tumore, gli scienziati hanno deciso di seguire un gruppo di persone sane con abitudini alimentari differenti per un certo periodo di tempo, elaborando quelli che in ambiente scientifico vengono definiti studi epidemiologici. Tra questi ultimi, uno dei principali è lo studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer) che include circa 520 mila persone provenienti da dieci Paesi Europei differenti, ma ne esistono molti altri. Per esempio: al fine di verificare la potenziale correlazione tra differenti tipologie di alimenti e insorgenza del cancro, si sono studiate le interazioni molecolari che determinati alimenti hanno nel processo di crescita cellulare (processo implicato nello sviluppo della neoplasia). Tutte queste evidenze sono state raccolte dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, che le ha analizzate e correlate tra di loro per esprimere una valutazione del grado di evidenza della relazione tra una serie di alimenti, l’obesità e l’attività fisica con i tumori più frequenti e quindi anche con il tumore della mammella. Le evidenze scientifiche più solide sono state quindi utilizzate dal Fondo Mondiale per formulare 10 utili raccomandazioni in tema di nutrizione per la prevenzione dal cancro» precisa l’esperto.

Le 10 raccomandazioni del Fondo Mondiale della Sanità

Vediamo insieme quali sono queste raccomandazioni. Che ci ricordano quanto la prevenzione sia fondamentalmente l’adozione di una serie di buone abitudini sinergiche e non complesse da adottare.

Le linee guida consigliano, quindi, di: mantenersi in un range di normopeso, essere fisicamente attivi ogni giorno, limitare il consumo di alimenti ad elevata densità energetica (alto indice glicemico) ed evitare le bevande zuccherate, consumare più alimenti di origine vegetale, limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni lavorate e conservate, moderare il consumo di bevande alcoliche, limitare il consumo di alimenti ricchi di sale, soddisfare i fabbisogni nutrizionali attraverso la dieta e allattare al seno almeno per i primi sei mesi di vita del neonato.

«Tutte queste raccomandazioni sono utili e funzionali anche a chi è ha già dovuto affrontare casi di tumore» specifica il dott. Valenti.

Attenzione al grasso addominale e agli zuccheri

Abbiamo voluto chiedere all’esperto quale ruolo abbia il sovrappeso sull’incidenza del tumore alla mammella. «Abbiamo evidenze scientifiche assolutamente solide sulla correlazione tra obesità e incidenza del tumore della mammella. In particolare, l’obesità addominale (circonferenza della vita superiore 88 cm) aumenta sensibilmente l’incidenza di tumore della mammella nelle donne in menopausa» ci spiega il dott. Valenti.

«Mantenersi nell’intervallo del normopeso può essere uno dei migliori comportamenti in grado di prevenire il cancro. Un’indicazione particolare fornita dal Fondo Mondiale è quella di mantenersi in normopeso nel corso di tutta la vita; infatti l’obesità adolescenziale o infantile rappresenta un fattore di rischio importante per la possibile obesità futura» continua l’esperto.

E per quanto riguarda zuccheri e proteine animali? «Uno studio italiano ha dimostrato che quelle persone che consumavano una dieta ricca di alimenti a elevato indice glicemico presentavano un’incidenza di tumore della mammella nel periodo di osservazione (11 anni) superiore del 45% rispetto al gruppo di donne con un’alimentazione a base di alimenti a basso indice glicemico. Quando si parla comunemente di indice glicemico si pensa inevitabilmente ai dolci. In realtà esistono anche altri alimenti comuni che presentano un elevato indice glicemico, ossia che portano ad un rapido incremento dei livelli di glucosio nel sangue quali il riso, il pane bianco, il miele, le patate. Alimenti a basso indice glicemico quali pasta con farina integrale, verdure e legumi, rappresentano validi alleati per la prevenzione del cancro» spiega il dott. Valenti.

Attenzione a carni lavorate e insaccati

«Per quanto riguarda invece il discorso sulle proteine animali è fondamentale sottolineare che gli alimenti di origine animale consumati all’interno di una dieta sana e ricca di prodotti vegetali rappresentano un apporto di nutrienti valido e salutare. Per quanto riguarda uova, latte e i suoi derivati, carni bianche e pesce non esistono evidenze che li correlino allo sviluppo di tumori della mammella. Per le carni rosse è dimostrato che un consumo inferiore ai 500 g alla settimana non costituisce un pericolo. Per quanto concerne le carni lavorate e gli insaccati, invece, esistono evidenze scientifiche che correlano l’abuso di questi alimenti con una più marcata incidenza di tumore della mammella (e di tumori in generali). Non è noto quale sia il processo molecolare alla base di questo incremento di rischio ma verosimilmente è legato sia al processo di conservazione (affumicatura, sale) che all’elevato contenuto di grassi saturi» precisa l’esperto.

I super cibi contro il cancro

Dunque, esistono super cibi per prevenire il tumore al seno? «Quelli che definiamo super cibi rappresentano in realtà un gruppo di alimenti per i quali è stata individuata con buona certezza scientifica la capacità molecolare di ridurre il processo di proliferazione cellulare incontrollata alla base dell’insorgenza del tumore della mammella. Una ricerca del “City of Hope Cancer Center” di Los Angeles ha individuato 5 alimenti che possono aiutare l’organismo nella lotta contro il tumore della mammella» spiega il dott. Valenti.

Ecco, dunque, i cinque super cibi raccomandati dall’esperto:

MELOGRANO: oltre al noto potere antiossidante, il melograno contiene ben 6 sostanze chimiche in grado di inibire l’azione dell’Aromatase, un enzima che è in grado di convertire gli steroli in estrogeni. Il tumore della mammella spesso è correlato, nella sua crescita, alla stimolazione estrogenica proveniente dall’ovaio (in pre-menopausa) o dall’azione di questo enzima nelle donne in post-menopausa. La sua soppressione dovrebbe ridurre la possibilità di insorgenza di tumori estrogeno correlati.

MIRTILLI: ricchi in sostanze fitochimiche in grado di combattere i radicali liberi.

CANNELLA: l’estratto di cannnella è in grado di inibire EGFR una proteina implicata nel processo di neoangiogenesi del tumore, ossia quel processo di formazione di nuovi vasi sanguigni di cui il tumore ha bisogno per crescere e nutrirsi. La riduzione dell’apporto ematico alle cellule tumorali potrebbe portare alla loro morte e quindi al non sviluppo della malattia.

FUNGHI: anche nei comuni funghi sono presenti sostanze fitochimiche in grado di inibire l’azione dell’Aromatase.

UVA: l’estratto di semi di uva, oltre ad avere un’azione simile al melograno sull’Aromatase, blocca anche l’azione di altre proteine implicate nel processo di sviluppo e crescita tumorale.

«Io credo che un corretto stile di vita anche a tavola e un’attenzione alla propria salute e al proprio benessere (che in una frase che spesso uso significa volersi bene) come descritto dalle 10 raccomandazioni del Fondo Mondiale della Sanità prima esposte, siano realmente il miglior metodo per cercare di ridurre l’incidenza di tumore della mammella» conclude il dott. Francesco Valenti.