È l’alimento della nostra infanzia, nonché il primo che introduciamo nel nostro corpo appena nati. Parliamo del latte, sul cui consumo vi sono da sempre pareri molto discordanti.
Fra le motivazioni “contro” da tempo vi è la convinzione che questo alimento sia legato all’insorgenza dei tumori e dell’autismo. In realtà queste malattie sono complesse e multifattoriali e non si possono certo ridurre a una causa.
Con l’aiuto della Fondazione Umberto Veronesi, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questo alimento per capire se davvero fa male o bene al nostro organismo.
No a divieti inutili
Alcuni riscontri esistono, ma sono deboli per puntare il dito contro il latte e i suoi prodotti derivati, tutti alimenti che contraddistinguono la dieta mediterranea. Quando si parla di tumore, si intende uno spettro di oltre duecento malattie, accomunate dalla crescita incontrollata di una particolare linea cellulare. Per il resto, ogni cancro fa storia a sé.
Il latte, come tutti i suoi derivati, contiene micronutrienti e composti bioattivi che possono influenzare il rischio di insorgenza (e di progressione) di un tumore. Ma quando si parla delle proprietà degli alimenti, le semplificazioni vanno evitate. Dimostrare l’effetto di uno di essi, e non della qualità complessiva della dieta, sullo sviluppo dei tumori è oggi quasi impossibile.
Dunque, così come cavoli, pomodori e melanzane – da soli – non fanno miracoli, un bicchiere di latte al giorno non condanna nessuno al cancro.
Eliminare latte e latticini dalla dieta non è quindi necessario, se il consumo è moderato e non si è intolleranti al lattosio. Le linee guida italiane, in accordo con quelle internazionali, consigliano un consumo di latte e yogurt nella popolazione adulta di 2-3 porzioni al giorno: pari a 250-375 millilitri (poco meno di due tazze).
A queste vanno aggiunte tre porzioni settimanali di formaggio: da 50 o 100 grammi, a seconda che sia stagionato o fresco. I prodotti scremati sono indicati per chi è abituato a eccedere o segue diete ipocaloriche.
Ma non solo. Tra i pro del latte va sottolineato che si tratta di un vero e proprio alimento completo, perché le sue proteine – caseina (80%) e lattalbumina (20%) – rappresentano un terzo del fabbisogno medio giornaliero di un individuo e in esso sono presenti anche i carboidrati, sotto forma di lattosio, particolarmente importanti per lo sviluppo del tessuto nervoso.
Notevole è anche l’apporto di calcio, che però si ottiene non solo dal latte ma anche da fonti vegetali come cavoli, verdure a foglia verde, semi di soia, tofu, noci e mandorle, sardine e acqua.
Latte e osteoporosi
Un bicchiere di latte al giorno cancella l’osteoporosi di torno? No, e in maniera così esplicita non si è mai espresso nessun medico, almeno in Italia. Ciò non toglie che i prodotti caseari sono sempre stati considerati un fattore protettivo nei confronti di tale patologia, come testimonia anche un recente lavoro pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition.
A instillare più di un dubbio, però, è stato uno studio svedese realizzato su oltre centomila pazienti di età compresa tra i 39 e i 79 anni. Obiettivo: analizzare il legame tra il consumo di determinati alimenti e i tassi di osteoporosi e mortalità tra uomini e donne. Nel corso dell’indagine sono stati raccolti il peso, l’altezza e i dati riguardanti il livello di istruzione e lo stile di vita dei soggetti monitorati. Ma soprattutto: a uomini e donne è stato chiesto a più riprese nel tempo di compilare alcuni questionari per rilevare la frequenza di consumo di prodotti quali il latte, lo yogurt e i formaggi.
Nell’arco di vent’anni sono stati registrati decessi e fratture ossee (ventiduemila, con una netta prevalenza tra le donne), numeri che hanno autorizzato gli autori della ricerca a «escludere un ruolo protettivo del latte nei confronti delle fratture, sebbene si tratti di una mera osservazione e non del riscontro di un legame certo tra causa ed effetto».
Più opportuna, invece, è la scelta di yogurt e formaggi fermentati, associati a una più rara insorgenza di fratture ossee e consigliati.
Benefici di latte e derivati
Calcio, fosforo e vitamine del gruppo B e D, in primis. Ma, più in generale, anche proteine, zuccheri, acidi grassi. Sono pochi gli alimenti completi come il latte. Ma se la sua utilità nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza è fuori discussione, il consumo in età adulta dipende innanzitutto dai gusti.
Il latte è uno degli alimenti più nutrienti e le sue numerose proprietà sono note fin dai tempi antichi.
Un litro di latte intero generalmente contiene 35 gr. di proteine, 37grammi di grassi, 45 grammi di zuccheri e 10 gr. di sali minerali. Le benefiche proprietà del latte sono a tutti note, ma questo alimento, come già accennato, è particolarmente indicato per il corretto sviluppo delle ossa e dei denti; inoltre favorisce la coagulazione del sangue e per quanto riguarda le vitamine, sono in esso presenti la B2, B12 e la A.
Particolare importanza assume la notevole quantità di calcio presente in questa bevanda, facile da assorbire e ben utilizzabile dal nostro organismo. Il fosforo è un altrettanto importante minerale presente nel latte e anch’esso contribuisce alla costruzione e al mantenimento dei denti e delle ossa.
Infine i fermenti lattici che si trovano nel latte, nei formaggi e nello yogurt, contengono acido lattico, sostanza particolarmente benefica per il nostro organismo perché favorisce processi vitali indispensabili per lo sviluppo fisiologico, riordinano la flora batterica intestinale, ostacolando lo sviluppo di molti dannosi microrganismi, prevengono le infezioni intestinali, favoriscono la ricostituzione di una adeguata flora batterica dopo particolari cure assunzioni di antibiotici, migliorano la digestione, e il funzionamento dell’intestino e rafforzano le difese immunitarie.