Perché da grandi non ci si traveste più? Sembra banale ma è difficile da spiegare.
Eccetto in occasione del Carnevale, ovvero una delle poche situazioni in cui sarebbe anche seriamente “lecito”, il solo pensiero di travestirci invece di indossare i soliti vestiti – o la solita lingerie, al massimo guepiere e copricapezzoli – ci sembra così ridicolo da farci produrre sorrisini ironici della serie “sì, certo”.
E pensare che quando eravamo piccole ci travestivamo un giorno sì e l’altro pure, mettendo le scarpe col tacco della mamma che erano 4 o 5 numeri più grandi, e andavamo pazze per pomposi da principessa. Era bello essere qualcun altro, in un’altra dimensione, per qualche ora. Bastava dire al compagno di giochi “facciamo che io sono X e tu sei Y”. Non sembrava affatto ridicolo: ci divertivamo da matti.
Poi si cresce, si diventa “grandi”. Ma chi l’ha detto che bisogna smettere di giocare? Siamo adulti, facciamo giochi da adulti! Vale a dire, tecnicamente, “giochi di ruolo“, ovvero attività ludiche che fanno molto bene alla vita di coppia, ravvivando la passione e spezzando drasticamente la routine. Ecco cosa ci ha spiegato Alberto Caputo, sessuologo dell’AISPA (Associazione Italiana Sessuologia e Psicologia Applicata) ed esperto di sessualità alternative.
I giochi di ruolo fanno bene alla coppia? Perché?
Rischio di essere banale, ma direi che la routine strangola il sesso. Indossare una “maschera” permette invece di superare le proprie inibizioni, perché ad agire e parlare è “qualcun altro”. In realtà è quella parte di noi che stentiamo a esprimere, in quanto repressa più o meno inconsciamente dalle convenzioni sociali o dalle norme educative e religiose. Inoltre, se il gioco è reciproco, anche l’altro cambia e diviene il contenitore delle nostre proiezioni. L’immaginario erotico va nutrito quotidianamente, anche con l’opportunità di rivestire un ventaglio di ruoli inusuali.
In che modo i giochi di ruolo e i “travestimenti” erotici ravvivano la passione?
Anziché essere un semplice immaginarsi di fare sesso come una persona diversa e con una persona diversa dal solito, una coppia di maschere permette di vedere il partner senza i bagagli emotivi che col tempo è naturale associarvi. Il che cambia decisamente l’approccio alla relazione. C’è una parte inaspettata e sconosciuta che viene messa in gioco. E la novità è il carburante dell’eros.
Come bisognerebbe praticarli?
Ad accomunare gli scenari ritenuti più eccitanti (in tutte le loro declinazioni intersessuali: medico/infermiera e paziente, maestro/a e scolara/o, guardia e ladro, l’esploratrice catturata dagli indigeni) c’è un elemento fondamentale e trasversale: il diverso potere del partner. Pressoché quasi tutti i giochi di ruolo si basano su sbilanciamento dell’autorità, che permette a uno dei due di imporre una volontà sull’altro, costringendolo ad assecondarla. A partire da un uso ultrasoft di piume e foulard di seta come legatura ai polsi, senza implicare nessun tipo di violenza reale.
Gli ingredienti migliori: scatenare la fantasia, negoziare lo scenario e i ruoli, rispettare sempre il partner e i limiti di entrambi. E poi… perché no? Elaborare insieme l’esperienza, chiedendosi che cosa è piaciuto e cosa può essere migliorato. Che cosa è stato eccitante e come è aumentata la passione. La reciprocità e il dialogo sono le colonne delle coppie stabili. Ma ora rischio di essere didascalico.
Insomma, giocare da grandi potrebbe essere anche meglio. Soprattutto, smettere sarebbe davvero un peccato.