Sono tra i farmaci più prescritti e usati per bambini. Ma possono dare pesanti effetti collaterali. Per questo i Fans, gli antinfiammatori non steroidei, che servono per abbassare la febbre e ridurre il dolore, vanno presi solo quando è davvero necessario. Lo ha ribadito di recente anche l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. «Spesso, invece, questi medicinali vengono dati persino per un banale raffreddore. In più si usano antinfiammatori non adatti ai piccoli» spiega Antonio Clavenna, ricercatore del laboratorio materno-infantile all’Istituto Mario Negri di Milano. Vediamo allora, insieme all’esperto, quando e come vanno utilizzati per curare al meglio il nostro bambino.
Quale antinfiammatorio
I Fans hanno una spiccata azione antinfiammatoria e, quindi, agiscono sulla febbre e il dolore. Si è visto, invece, che non funzionano per curare altri disturbi comuni come il raffreddore o il catarro. «L’unico ben tollerato, come provano ormai numerosi studi, è l’ibuprofene» spiega il dottor Clavenna. «Su altri principi attivi, come ketoprofene, flurbiprofene o morniflumato, al momento non ci sono abbastanza studi che ne confermino la sicurezza sui bambini. Il rischio, dunque, è che si verifichino effetti collaterali: dall’orticaria ai bruciori di stomaco, dai disturbi ai reni e al fegato agli attacchi d’asma». Esistono naturalmente casi particolari, per esempio le malattie reumatiche, in cui è necessario ricorrere a specifici antinfiammatori della categoria Fans, come il diclofenac o il naprossene. Qui però, il medico studia una terapia con dosaggi ridotti e tiene sotto controllo la situazione.
Quando darlo e quando no
Quando la temperatura sale sopra i 38,5, il farmaco più indicato è il paracetamolo. «È un antifebbrile e un antidolorifico con una leggera azione antinfiammatoria, ma ha un meccanismo diverso dai Fans. Alle dosi consigliate è in genere meglio tollerato e non ha effetti dannosi sullo stomaco e sui reni» dice l’esperto. Se questo non è efficace o il bambino oltre alla febbre elevata ha molto dolore si può dare, su consiglio del medico, l’ibuprofene.
Le regole per evitare effetti collaterali
«Quando si dà un medicinale a base di ibuprofene devono essere trascorse quattro, sei ore dall’ultima dose di paracetamolo» avverte il dottor Clavenna. «Un errore frequente, invece, è quello di dare insieme i due farmaci pensando di eliminare prima i sintomi, oppure di alternare una dose dell’uno e dell’altro. Così si rischiano effetti collaterali». L’antinfiammatorio va dato sempre a stomaco pieno o dopo che il bambino ha mangiato almeno un cracker o una fetta biscottata. Attenzione anche alla durata della terapia, che non deve mai superare i cinque giorni. E se la cura non comincia a fare effetto dopo tre giorni, occorre sentire il pediatra.
Alternative dolci
Anche la medicina dolce aiuta a combattere le infiammazioni. Senza effetti collaterali. «Se la febbre sale improvvisamente sopra i 38, con dolore pulsante, va bene Belladonna 5 CH, due granuli ogni due ore» spiega Gianfranco Trapani, pediatra e omeopata. «Se il piccolo è anche raffreddato o ha mal di gola è perfetto il composto R1 Reckeweg (10 gocce, due, tre volte al giorno)». Mentre se il problema è l’otite l’ideale è Horus H21. Contro il mal di ossa, invece, ci vuole Arnica Heel.Tutti con lo stesso dosaggio.