Fermenti lattici: a cosa servono, come assumerli e perché
I fermenti lattici possono migliorare davvero il tuo benessere, perché ristabiliscono la microflora intestinale. Ma cosa sono e a cosa servono di preciso? E lo yogurt può sostituire i fermenti assunti per bocca? A queste e altre domande rispondiamo con l’aiuto del farmacista Lorenzo Miolli, esperto in fitoterapia.
I fermenti lattici sono degli organismi che contribuiscono al benessere di tutto il corpo. Per essere veramente efficaci, devono essere assunti in quantità di milioni per dose. Dato che l’ambiente dello stomaco è molto acido, sono pochi i fermenti lattici che sopravvivono alla barriera gastrica e che riescono a colonizzare la parte interessata, cioè l’intestino. Da qui, i fermenti lattici si riproducono e migliorano la salute dell’organismo, e non solo della microflora intestinale.
Fermenti lattici, probiotici e prebiotici: qual è la differenza?
I fermenti lattici
Sono batteri o lieviti che, per fermentazione di zuccheri solubili, danno come prodotto finale l’acido lattico, una sostanza a ph acido. Con lo stesso meccanismo si ottiene lo yogurt bianco che, infatti, è un alimento non certo dolce, dal ph attorno al 5 (in una scala dallo 0 al 14, il limone ha un ph 2 e un albume d’uovo circa 9).
I probiotici
All’interno dei fermenti lattici c’è una “famiglia” più vasta, denominata i probiotici che, secondo la definizione dell’OMS, sono “organismi vivi che se somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite”.
Quindi la definizione ha un un respiro molto più vasto e altrettante vaste applicazioni in ambito salutistico. I probiotici non sono solo produttori quindi di acido lattico ma anche di altre sostanze essenziali quali certe vitamine.
I prebiotici
Sono alimenti non digeribili che stimolano selettivamente la crescita di un limitato numero di batteri facenti parte della flora batterica. Sono ad esempio fibre di polisaccaridi non amidacei o beta-glucani, fructani, oligofruttosaccaridi (FOS) galattooligosaccaridi (GOS), questi ultimi 2 essenziali anche in allattamento nella prima infanzia. Infatti il latte materno è il primo alimento prebiotico con il quale veniamo in contatto.
A cosa servono i fermenti lattici
Dato che nel nostro corpo vivono batteri, virus e altri organismi “buoni”, i fermenti lattici (e di conseguenza i probiotici) possono favorire sia i corretti equilibri sia l’instaurarsi di disequilibri, con conseguenze che possono influenzare numerosi sistemi dell’organismo, ad esempio il sistema immunitario.
Fermenti lattici di origine umana
Oggi il mercato ci offre vari prodotti che rappresentano il tipo di probiotico adatto alle varie situazioni. Il nome può scatenare fantasie più o meno marcate ma non è propriamente corretto parlare di fermenti lattici umani, bensì è più corretto parlare di fermenti lattici e probiotici di origine umana. Ovviamente non vengono estratti direttamente dal fisico di qualche uomo utilizzato come fornitore ufficiale di fermenti. Semplicemente la scienza ci ha spiegato che esistono delle colonie di prebiotici che stazionano naturalmente nel nostro organismo e fanno parte del microbiota di cui abbiamo detto prima.
Un fermento lattico di origine umana significa che sappiamo che quello che è contenuto nel prodotto che acquistiamo è una specie presente, originariamente, anche nella specie umana.
Poi questi vengono fatti duplicare su terreni di cultura adatti e verranno messi poi a disposizione del consumatore.
Fermenti lattici: quando assumerli
I fermenti lattici e i probiotici in genere hanno veramente numerosissime applicazioni:
- per le diarree ricorrenti o da viaggiatore
- in associazione ad una terapia antibiotica
- in periodi di dieta
Ad esempio sulle diarree ricorrenti o da viaggiatore può essere consigliato Saccaromices Boulardii che è di per se interessante in quanto è disponibile anche in forme di polvere ed è poco sensibile alle variazioni di temperatura.
Insomma è il classico fermento lattico da viaggio, sta tranquillamente in valigia, non pesa nulla e aiuta a non rovinarsi le ferie.
L’utilizzo più comune del fermento lattico attualmente è senza dubbio l’associazione con una terapia antibiotica, proprio per evitare che l’effetto del farmaco vada a uccidere anche le colonie batteriche buone della microflora normale.
Anche durante i periodi di dieta, con riduzione delle calorie apportate, è opportuno valutare l’assunzione di fermenti lattici, specie se comparisse stipsi.
Ma le indicazioni non finiscono qua. I medici, supportati da studi scientifici sempre più numerosi e solidi, valutano sempre più questi integratori come vere e proprie scelte terapeutiche in varie patologie.
Ad esempio chi assume farmaci anti reflusso gastrico (lansoprazolo, esomeprazolo, etc etc…) , farmaci che abbassando il pH dello stomaco, si posso avere disbiosi a livello intestinale in quanto certe colonie batteriche tendono a passare più facilmente verso l’intestino. Ecco allora che anche in questo caso il lactobacillus reuteri potrebbe essere utile.
Fermenti lattici e yogurt: le differenze
Nello yogurt non sono contenuti sempre tutti i tipi di lactobacilli, solitamente si trovano grosse quantità di lactobacillus paracasei, oppure il nominatissimo acidophilus, lactobacilli sicuramente utili ma non in tutte le situazioni. E purtroppo anche facendosi lo yogurt a casa non è detto che si riesca a controllare la proliferazione dei lactobacilli e ciò non permette quindi una selettività del tipo di fermento adatto. Perché non a tutte le casistiche equivale lo stesso tipo di consiglio al cliente.
Ad esempio i fermenti lattici assunti per bocca e utili nel controllo della candida contengono solitamente 2 ceppi. Il lactobacillus ramnosus e il lactobacillus reuteri. Questo come dicevo se assunto per via orale, mentre altri studi affermano che applicazioni locali di lactobacillus acidophilus, grazie al suo pH, rende la vita difficile a candida.
Inoltre i fermenti acquistati possono essere addizionati anche a vitamine del gruppo B. Quindi non è semplice somministrarli e si fa presto a dire “prendi un fermento”.