Insonnia: perché si ha difficoltà ad addormentarsi e cosa fare
Dal punto di vista neurofisiologico, il ritmo sonno-veglia (in gergo medico, ritmo circadiano) è composto di 24 ore. Di queste, sono circa otto le ore dedicate al sonno. Ma non tutte sono “fatte” dello stesso sonno. Mentre dormiamo passiamo infatti attraverso diversi cicli, della durata di un’ora e mezza, in cui la profondità del sonno oscilla.
In tutto gli stadi del sonno sono 4: a seconda del ciclo “disturbato” (se primo o secondo o cosa via), si soffrirà di un’insonnia diversa, che si divide sostanzialmente in 2 tipi: difficoltà ad addormentarsi e risveglio precoce.
Ne parliamo con il prof. Roberto Pani, psicoterapeuta e specialista dei disturbi del sonno.
Insonnia della sera, quando si va a dormire
Chi fa fatica ad addormentarsi è spesso in una condizione di ansia, che mantiene vigili, attenti, quasi allertati da qualcosa, anche se non si sa bene cosa. E quest’attenzione costante, difficile da sopire, rallenta la spontaneità con cui ci si addormenta. Per spiegare meglio questo concetto c’è una doverosa premessa: la fase dell’addormentamento è caratterizzata dalla stanchezza fisiologica e da un desiderio di abbandonare il rapporto con le cose reali, per rivolgersi ad un mondo privo di pensiero logico, in cui dimenticare la realtà che tormenta e che angoscia.
Molte persone non riescono ad allentare la guardia. Continuando a essere sentinelle di se stessi e a vigilare sul loro sé, come se stessero lavorando in un turno di guardia di un forte, che deve essere sempre tenuto sotto controllo. Rimangono svegli ruminando continuamente pensieri, tentando di liberarsene. In realtà questo continuo rimuginare li tiene svegli.
Insonnia del cuore della notte, quando ci si sveglia prima del tempo
Dal punto di vista psicologico, il risveglio precoce indica un bisogno rapido di riappropriarsi del contatto con la realtà, a causa dell’incapacità di mantenere con fiducia il contatto con il mondo onirico, quello cioè fatto di sogni e fantasie, che ha la funzione di elaborare e digerire le situazioni preoccupanti del giorno precedente. Il risveglio precoce può dipendere anche dalla caratteristica di base che è alla radice della personalità ansiosa.
Generalmente il risveglio precoce è considerato dai medici un sintomo di depressione, cioè una risposta reattiva al bisogno di controllo di una realtà che in qualche modo genera ansia e preoccupazione.
Consigli per dormire bene
Occorre un’igiene del sonno che preveda alcune regole basilari:
- non assumere alcolici prima di dormire né caffè e sostanze eccitanti
- non appesantirsi con il cibo
- possibilmente prendere una tisana rilassante (a base di camomilla, melissa, valeriana)
- Non andare a letto se non si ha sonno
- Non usare dispositivi digitali
- Usare il letto solo per dormire (non leggere, non usare il pc che stimolano la mente)
- Andare a letto abbastanza tardi e alzarsi piuttosto presto: ciò serve non solo a regolare il ritmo sonno-veglia ma anche a cercare di restringere (e concentrare) il tempo per dormire.
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Trattamento farmacologico
Alcune persone accusano problemi di insonnia molto severi, per i quali richiedono un trattamento farmacologico ad opera benzodiazepine, che però può indurre dipendenza.
Anche se gli stessi medici riconoscono che la dipendenza rappresenta il minore dei mali di fronte all’insonnia severa che impedirebbe di riposare in modo cronico.
Statisticamente a soffrirne sono di più le donne (sul totale degli insonni il 60% sono donne).
Rassicuriamo che la maggior parte degli insonni non necessita di un aiuto farmacologico, perché riescono ad “educarsi” con alcuni accorgimenti che permetta loro di dormire un numero sufficiente di ore.
Nell’ambito farmacologico i 2 farmaci che servono mediamente a curare il sonno sono le simil-benzodiazepine e le benzodiazepine, che a loro volta si differenziano in farmaci che hanno un’emivita (durata) breve, cioè di 3 ore e un’emivita lunga.
Chi fa fatica ad addormentarsi troverà giovamento dai farmaci con emivita breve; al contrario chi è tormentato dai risvegli precoci dai farmaci con emivita lunga, poiché evitano che il soggetto si svegli nel corso della notte.
Altri farmaci indicati nel trattamento dell’insonnia sono gli antidepressivi: inibitori della ricaptazione della serotonina (ormone del buonumore). La loro funzione è quella di impedire che la serotonina, una volta che è in circolo, venga riassorbita rapidamente.
Prima di andare a dormire assumere antidepressivo può favorire la conciliazione del sonno.
Ricordiamo che si tratta di farmaci che vanno assunti esclusivamente previa prescrizione medica. Lo specialista dei problemi del sonno è il neurologo ma anche il medico specializzato in psicologia clinica.