Nella lotta contro i tumori, la ricerca scientifica ha compiuto passi da gigante, individuando in alcuni alimenti benefici composti protettivi che possono ridurre il rischio di cancro.
Si tratta di norme di prevenzione nutrizionale che andrebbero seguite di routine durante i pasti quotidiani.
Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato che il consumo abituale di fibre abbassa il rischio di tumore al colon.
Le porzioni corrette da assumere equivalgono a 30 g al giorno, che corrispondono alle famose 5 porzioni di frutta e verdura con l’aggiunta di almeno due porzioni di cereali o derivati integrali. Consumare almeno 400 g di frutta e verdura al giorno in abbinamento a 2 porzioni di pasta e pane integrali è infatti una buona norma per abbassare il rischio di cancro al colon.
Si può suddividere il consumo di cibi integrali in questo modo: una porzione di pasta integrale a pranzo e un panino integrale a cena: l’essenziale è che almeno in un pasto della giornata si consumino fonti di carboidrati complessi preparati con farine non raffinate.
Se poi nel menu settimanale aggiungiamo legumi, l’introito di fibra, ai fini salutistici, aumenta ancora di più.
Al contrario, è stato dimostrato che il consumo di una quantità superiore a 500 g di carne rossa alla settimana alza il rischio di cancro al colon, praticamente 3 porzioni medie di carne alla settimana. Per carne rossa si intende manzo, vitello, maiale e agnello: non si fa riferimento quindi alla denominazione commerciale o gastronomica. Persino fare un largo consumo di bresaola e prosciutto concorre ad innalzare il rischio di tumore al colon. È stato stimato che gli Italiani consumano in media 1 kg alla settimana di carne rossa a testa: un dato preoccupante, che può essere sicuramente abbassato se si rivede la propria dieta complessiva.
Per quanto riguarda la carne bianca invece non è associata né all’abbassamento del rischio di tumore né al suo innalzamento: non ci sono evidenze scientifiche in merito.
Correlazione tra consumo eccesso carne rossa e aumento rischio cancro
I motivi per cui il consumo eccessivo di carne rossa aumenterebbe il rischio di tumore al colon non sono del tutto chiari: una delle ipotesi suggerisce che ad un consumo di grassi animali si possa associare la formazione di una flora batterica intestinale favorevole all’insorgenza di tumore.
Si tratta di dati di osservazioni su ampie fasce di popolazioni che hanno messo così d’accordo la Comunità scientifica sul fatto che esiste una correlazione convincente tra l’aumento del rischio di cancro al colon e l’elevato consumo di carne rossa. Così come gli studi osservazionali su larga scala hanno dimostrato un legame benefico tra consumo di fibra e protezione dai tumori.
Alcol: responsabilità tumore al seno
Per quanto riguarda il tumore alla mammella c’è invece una correlazione scientificamente dimostrata tra il consumo di alcol e l’incidenza del cancro. Per essere protetta, una donna non dovrebbe bere più di un’unità alcolica al giorno, ovvero un bicchiere di vino a pasto oppure una birra alcolica quotidiana: se al contrario si eccede con il consumo di alcol aumenta in modo significativo l’esposizione al tumore al seno. Ciò vale sia per le donne in menopausa che in pre-menopausa, cioè periodo fertile.
Anche lo zucchero ha una correlazione indiretta con l’insorgenza dei tumori: in pratica, è bene evitare o ridurre al minimo le bevande gassate e zuccherate, che non danno senso di sazietà ma apportano solo le cosiddette calorie vuote. Dato che le bevande gassate, e in genere gli zuccheri aggiunti, sono assunte oltre la dieta normale hanno, unitamente ad altri alimenti ad alta densità energetica, una forte correlazione con l’insorgenza di sovrappeso e di conseguenza con il maggior rischio di tumore, in particolare all’esofago, al pancreas, all’endometrio e al rene ma anche al colon-retto e al seno nelle donne in post-menopausa.
La prima raccomandazione per proteggerci dai tumori, dunque, è quella di mantenerci normopeso, cioè con un indice di massa corporea tra 18 e 25 (si calcola dividendo il peso in kg diviso per l’altezza in metri al quadrato).
Si ringrazia la gentile consulenza della Dottoressa Lucilla Titta, nutrizionista e ricercatrice presso il dipartimento di Oncologia sperimentale dell’Istituto Europeo Oncologico di Milano.