L’OMS ha decretato ufficialmente che l’emicrania è la terza malattia più frequente del genere umano, dopo la carie dentale (1° posto) e la cefalea di tipo tensivo (2° posto).

Continuando con le curiosità numeriche, l’emicrania si colloca al 7° posto tra tutte le patologie umane, e si conferma incredibilmente la malattia neurologica di gran lunga più disabilitante (2.6 volte più della Sclerosi Multipla, 3.3 volte più dell’Alzheimer, 40.6 volte più del Parkinson).

È una malattia costosa: tra spese mediche, farmaci, ospedalizzazione, l’emicrania costa in Italia circa 3.5 miliardi di euro all’anno, in cui vanno inclusi i costi indiretti di mancata produttività e assenteismo.

Ogni soggetto emicranico costa all’anno circa € 828,52 così suddivisi:

– € 425,60 per farmaci;
– € 159,60 per accertamenti diagnostici;
– € 112,44 per visite mediche;
– € 130,88 per ospedalizzazioni e accessi al pronto soccorso.

E nonostante ciò, solo il 25,5% degli emicranici episodici consulta il medico curante e la percentuale scende al 14.7% si rivolge a specialisti del settore (neurologi, centri cefalee).

*Fonti: Ministero della Sanità

Sport con cautela se soffri di mal di testa

Sport: una benefica contraddizione per il soggetto emicranico

È stato osservato che una regolare attività fisica riduce la frequenza del mal di testa, a patto che sia “controllata”. Sì ad un’attività moderata e secondo il proprio livello di allenamento, no a sforzi prolungati o a maratone se si è fuori forma. Il giorno dopo ci troverà a letto con l’emicrania con una probabilità pari al 70%. Se si è poco allenati, dunque, meglio procedere per gradi e mai strafare.

Andare in palestra quando sta per scoppiare un mal di testa, inoltre, (sperando che muoversi lo faccio passare) è il modo migliore per amplificarlo all’ennesima potenza!

Il soggetto emicranico “deve” ragionevolmente allenarsi, dunque, e soprattutto nutrirsi bene prima e dopo l’allenamento. Se si decide di andare in palestra o a correre in pausa pranzo, saltando il pasto, si avrà un doppio motivo per innescare il circolo vizioso del mal di testa, ovvero impegno intenso + digiuno. Ne vale la pena?

Mal di testa e colon irritabile

Mal di testa in agguato se si soffre di colon irritabile

Le persone affette da sindrome del colon irritabile hanno un rischio decisamente più elevato del normale di soffrire di emicrania, depressione e dolori cronici. È quanto risulta dal più vasto studio di questo tipo condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Boston e pubblicato sull’ultimo numero di BMC Gastroenterology. L’esistenza di una correlazione far questi differenti tipi di disturbi era già stata segnalata da diverse ricerche, ma non era mai stata confermata da studi controllati.
In base all’analisi dei dati raccolti, fra il 1996 e il 2002, relativi a oltre 97.000 persone che si erano rivolte ai servizi sanitari per la sindrome del colon irritabile, è risultato che, rispetto al resto della popolazione, questi pazienti hanno una probabilità superiore del 40 per cento di incorrere in una depressione, del 60 per cento di soffrire di emicrania e ben dell’80 per cento di accusare i sintomi della fibromialgia, ossia di dolori cronici diffusi e di eziologia inspiegabile.

Persone famose che soffrivano di emicrania

Soggetti celebri (e geniali) sofferenti di mal di testa

Compositori, poeti, scienziati, scrittori tra le persone vittime di violenti attacchi di emicrania. Qualche nom? Fredrich Chopin, Giacomo Leopardi, Charles Darwin, Virginia Woolf (nella foto), Giulio Cesare e persino Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi: che abbia iniziato a studiare l’inconscio chiedendosi il significato psicologico del suo mal di testa?

Il mal di testa è una patologia che ha memoria

La memoria del dolore

Numerosi studi di neurologia a livello internazionale hanno riconosciuto che quando il dolore non viene ben controllato per molto tempo, le aree del cervello che elaborano questi stimoli tendono a diventare ipersensibili. Si forma una sorta di “memoria dl dolore” che può amplificare le sensazioni dolorose e di farle insorgere anche in presenza di stimoli periferici minimi.
Questo non significa che se non si tratta con i farmaci un episodio occasionale di dolore (un mal di testa, un torcicollo) si finisce con lo sviluppare un disturbo cronico.
Se gli episodi si ripresentano con una certa frequenza, il problema non è da sottovalutare: sopportare il dolore non è solo un disagio, ma può anche rendere ipersensibile il sistema di percezione e peggiorare la situazione, autoalimentando il dolore in un circolo vizioso.

Il soggetto emicranico invecchia più tardi

Mentalmente giovani più a lungo

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il soggetto emicranico “invecchia meno” dal punto di visto cognitivo rispetto alla media della popolazione. Secondo molti studi pare che il motivo sia proprio nei farmaci analgesici, che difenderebbero le funzioni mentali dal declino cognitivo.

Il mal di testa fa soffrire molto ma in compenso “regala” particolare ricchezza cognitiva. Non dimentichiamo che il soggetto emicranico si caratterizza non solo per un’inclinazione verso i disturbi ansiosi ma anche per intelligenza vivace, estro e creatività.

Il nesso tra il mal di testa e le vertigini

Mal di testa e vertigini: c’è una correlazione

Alcune persone che soffrono di mal di testa si lamentano spesso di sbandamenti e talvolta di vertigini, sia durante l’attacco che in periodo di benessere. Le ricerche in merito hanno evidenziato che nel soggetto emicranico l’attivazione dei nuclei vestibolari (l’apparato deputato all’equilibrio) in corso di vertigine possa mettere in subbuglio quelle zone della corteccia cerebrale e quei nuclei posti sotto la corteccia (nucleo del rafe dorsale e locus coeruleus) che sono notoriamente disfunzionanti nel soggetto emicranico.

In altri termini, la vertigine “metterebbe il carico” su un sistema già in bilico, facendo precipitare l’attacco di emicrania.

L'emicrania si aggrava se si è obesi

L’emicrania peggiora col peso

È la conclusione alla quale è arrivata uno studio decennale condotto su oltre 30.000 persone negli Usa: il 75% dei pazienti obesi soffre di mal di testa, ed esiste un legame tra obesità e sviluppo di cefalea cronica.

Gli autori americani dimostrano che l’aumento dell’indice di massa corporea causa un aumento della frequenza e della severità degli attacchi anche in chi soffre di emicrania, aumentandone la disabilità. Il meccanismo sembra essere quello del il rilascio di sostanze vasodilatatrici e pro-infiammatorie da parte delle cellule adipose che induce un peggioramento nel paziente già soggetto ad emicrania.

Il 30% dei bambini soffre di mal di testa

Piccoli soggetti emicranici crescono

Soffre di una qualche forma di mal di testa Il 30% dei bambini dai 5 agli 11, con qualche caso in età inferiore. Le crisi di dolore sono più frequenti in primavera e quando l’anno scolastico sta volgendo al termine.

Tra le cause un’eccessiva sensibilità ai rumori troppo forti, alla luce intensa e agli odori. Tra i fattori scatenanti invece spiccano i disagi emotivi, i cambiamenti climatici, le alterazioni di alimentazione e sonno, i troppi impegni che affliggono i piccoli e che li fanno vivere in modo troppo simile agli adulti.

Il mal di testa si può curare

Non è vero che non si cura

Infine, non credere a chi ti dice che il mal di testa non si cura: le cefalee veramente intrattabili sono rarissime. Se gli attacchi sono più frequenti della tua sopportazione, rivolgiti al Centro Cefalee più vicino alla tua città oppure al medico specialista in neurologia.