Che il pesce fosse benefico per il cervello è confermato da numerosi studi passati. Ma la ricerca è andata avanti, rilevando che consumare pesce 3-4 volte a settimana riduce il rischio di ictus.
Il dato scientifico arriva da un studio, di grande impatto, condotto da Susanna Larsson e Nicola Orsini dell’istituto Karolinska di Stoccolma e pubblicato sulla rivista Stroke.
Gli studiosi hanno esaminato una una serie di ricerche pubblicate negli ultimi 30 anni, in modo da incrociare i dati a disposizione. Quasi come se fosse una ricerca “filologica”, se si può usare in questo campo una metafora mutuata dal ramo letterario.
Hanno così ottenuto un campione enorme che copre pazienti volontari del Nuovo e Vecchio Continente più Giappone e Cina (praticamente l’Occidente industrializzato) e che vanno dai 30 ai 103 anni di età. Tutte queste persone – ben 400mila – sono stati seguitia per circa 30 anni, con l’obiettivo di evidenziare eventuali associazioni tra alimentazione e rischio di ictus.
E’ emerso che più si aumenta il consumo di pesce nella dieta più si riduce rischio di ammalarsiil di ictus. A patto che non sia “fish & chips“, poichè la frittura – secondo le analisi – diminuisce le proprietà benefiche del pesce.
Sono proprio gli Omega-3, di cui è ricco il pesce, a proteggere il cervello dal rischio di ictus. Riducono il colesterolo, e rinforzano le cellule nerovse. Non è mai troppo tardi per inserire il pesce nella dieta, e, se proprio non è possibile, l’effetto benefico sul cervello si ottiene anche se inserito in modiche quantità. Parola di studiosi.