Definita la malattia del benessere, il diabete colpisce in Italia 18.000 persone all’anno. Prevenire si può. Meglio se ci si pensa sin da giovani. Basta osservare alcune sane regole di alimentazione e di stile di vita. Controlli regolari del livello di glucosio nel sangue permettono, inoltre, di agire per tempo. Ne parliamo con il medico specialista in Medicina Interna.Continua a sfogliare la gallery.
Le informazioni contenute in questo servizio non devono prestarsi a materia di autodiagnosi e hanno puro scopo informativo. Per dubbi e consulenze rivolgersi sempre al proprio medico di fiducia e/o allo specialista.
Ammontano a circa 3 milioni i casi di diabete diagnosticati ogni anno, ovvero quasi il 5% della popolazione italiana (Fonte: Associazione Medici Diabetologi ).
Prevenire il diabete si può . A patto di osservare delle norme igienico-alimentari sin da giovani. Senza però diventare ossessivi. “Non ci riferiamo al diabete di tipo I, cioè la forma che si sviluppa in giovanissima età, ma al diabete di tipo II, cioè la forma che si sviluppa dopo i 45 anni, e che dipende allo stile di vita – specifica la dottoressa Roberta Montelli, medico chirurgo, specialista in Medicina Interna.
Da cosa dipende il diabete
In origine c’è un problema di regolazione della glicemia da parte dell’insulina (un ormone prodotto dal pancreas che ha la funzione di regolare i livelli di glucosio nel sangue, ciò che in gergo medico si chiama glicemia ).
Certo, i fattori predisponenti fanno la loro parte, cioè la familiarità e l’obesità, ma la prevenzione è importante. È stato rilevato infatti che in seguito all’abitudine costante di assumere sin dall’infanzia una iperalimentazione a base di zuccheri, il sistema di regolazione dell’insulina va in tilt. Ciò fa sì che il glucosio si accumuli nel sangue, procurando diversi danni a carico dell’apparato cardio-vascolare. A lungo andare, il pancreas potrebbe rallentare il suo funzionamento al punto da non produrre più insulina. La conseguenza potrebbe essere quella di introdurre insulina dall’esterno.
Prevenire il diabete è meglio che curarlo
Tuttavia, prima di arrivare a questi allarmismi, a livello individuale si può fare in fatto di prevenzione. Il primo passo è quello di seguire un’alimentazione sana e controllata e praticare una regolare attività fisica . Del resto, i danni maggiori si manifesteranno solo dopo anni di diabete mal curato o non diagnosticato. Nelle prime fasi della malattia, è sufficiente curare il diabete con farmaci e alimentazione corretta.
In caso di iperglicemia a digiuno (cioè quando la glicemia è solo di poco superiore ai valori normali), e quindi quando il diabete non si è ancora manifestato, i medici suggeriscono di correggere lo stile di vita, in particolare l’alimentazione, l’attività fisica. E di tenere sotto controllo il peso corporeo.
Ma andiamo con ordine…nelle prossime pagine gli step della prevenzione.
Cosa fare per prevenire il diabete
– È fondamentale restare normopesi , cioè avere un peso nella norma, che deve essere inferiore a 25 come indice della massa corporea (BMI, body max index )
– Ridurre in genere l’introduzione degli zuccheri. Preferire quelli complessi (pasta, pane e derivati), meglio se integrali , i quali devono essere comunque assunti in modo limitato. Per quanto riguarda i dolci, devono essere un’eccezione del regime alimentare e non la regola.
– Evitare la dieta ipercalorica, riducendo il consumo di grassi e alcol
– Consumare verdure contenenti fibre , in virtù del fatto che limitano e rallentano l’assorbimento degli zuccheri. In questo modo evitano il suo accumulo nel sangue. La frutta dolce (fichi, datteri, uva) va consumata con moderazione, perché troppo ricca di zuccheri semplici.
Abituarsi ad uno stile di vita più sano In vista della prevenzione del diabete:
– Evitare le abbuffate: meglio 5 piccoli pasti frequenti (colazione, pranzo, cena e spuntini a base di frutta) che 3, o peggio 2, in cui mangiare di tutto.
– È preferibile restare leggeri nei pasti serali: cenare possibilmente entro le 20.30. Poiché si ha poco tempo per consumare gli zuccheri introdotti col cibo, è più facile che questi si accumulino nel sangue.
– Movimentare uno stile di vita sedentario. Non è necessario diventare sportivi a tutti i costi: basta fare minimo mezz’ora di camminata al giorno a passo sostenuto.
Queste semplici regole relative allo stile di vita devono essere osservate anche da persone in stato di ottima salute. È bene cominciare a prevenire il diabete già dai 25-30 anni, soprattutto in caso di familiarità. Ripetiamo: senza allarmismi e ossessioni.
Familiarità e esami
Le persone che presentano casi di familiarità devono prestare più attenzione: dai 40 anni in poi devono controllare regolarmente il livello di glucosio nel sangue, attraverso gli esami in laboratorio. Se i livelli, pur restano normali, si avvicinano al valore più alto della scala del glucosio (il valore stabilito convenzionalmente è 110), bisogna consultare il medico che prescriverà ulteriori accertamenti, tra cui la curva da carico di glucosio e il dosaggio della insulinemia.
Il medico valuterà inoltre il livello di salute generale del paziente: dal calcolo dell’indice di massa corporea ad altre indagini, il suo compito è quello di capire da cosa dipende un valore tendente verso l’alto della glicemia. Prima di arrivare ai farmaci, a volte basterà una modifica dello stile di vita per ripristinare i valori.
Controlli regolari senza allarmismi
La presenza di glicemia alterata indica una probabilità dal 20 al 34% di sviluppare il diabete nell’intervallo di 6 anni. Al di là della familiarità, è buona norma controllare regolarmente i valori del sangue, con un prelievo oppure attraverso l’hemoglucotest , cioè la puntura del dito (test diagnostico che si esegue anche nelle farmacie più attrezzate), che è in grado di controllare immediatamente il livello del sangue.
Un capitolo a parte merita il diabete gestazionale : le donne in gravidanza non possono trascurare questo rischio per la propria vita e quella del nascituro.
Si ringrazia la gentile consulenza della Dottoressa Roberta Montelli, medico chirurgo, specialista in Medicina Interna.
Le informazioni contenute in questo servizio non devono prestarsi a materia di autodiagnosi.