Primo amore: davvero non si scorda mai?
Il primo amore non si scorda mai. Già, ma sarà vero? O è solo una leggenda romantica? E soprattutto quanto il primo amore può influenzare i rapporti sentimentali futuri?
Abbiamo rivolto queste domande apparentemente leggere ad uno psicoanalista, il professor Roberto Pani.
Perché il primo amore non si scorda mai?
«In realtà, quando si tratta di sentimenti non è tutto così automatico e determinabile. Scordare o ricordare il primo amore dipende molto dall’esperienza che si è avuta. Sarei più preciso: dipende dal colore emotivo dell’incontro che ha dato luogo ad una storia d’amore.
Giovani adolescenti, sia ragazze che ragazzi, possono avere avuto un primo incontro molto sognante e piacevole, e che quindi ha prospettato loro un mondo nuovo, un mondo affettivo che rispecchia molto i racconti di amici più grandi, quando non addirittura dei genitori. Un mondo che i giovanissimi sognavano di imitare».
Cosa accade a livello psicologico durante il primo incontro d’amore?
«L’amore rappresenta una situazione tanto nuova quanto piacevole che si imprime nella mente: si può accostare simbolicamente ad un piano teatrale della mente, spesso caricato da idealizzazione. Durante il primo incontro d’amore accade una scena che non verrà mai dimenticata. In altri termini, è qualcosa di simile a ciò che C. Lorenz in L’anello di Re Salomone descrive a proposito della vita degli animali, l’imprinting».
Nello specifico, con “imprinting” si intende una forma di apprendimento a cui si è biologicamente predisposti: un esempio è la tendenza degli anatroccoli a seguire ciò che vedono spostarsi davanti a loro poche ore dopo la schiusura delle uova. Parimenti, il primo amore è quella visione che ci si para davanti non appena dischiuso il guscio dell’emotività, e che resta così impresso nella mente e quindi indimenticabile.
Se il primo amore è un brutto ricordo
È sempre così, professor Pani?
«No, purtroppo, il sogno a volte può trasformarsi in un incubo. Può capitare, per esempio, che una giovane e ingenua ragazza di sedici anni, alla ricerca di un sogno, di un principe azzurro, incontri un ragazzo più grande di età a cui interessa solo l’aspetto fisico della relazione, e quindi il rapporto sessuale.
In questo caso si tratterebbe di un rapporto senza affetto, senza reale conoscenza, che si consuma in modo piuttosto frettoloso, per il bisogno impellente di un giovane insensibile che deve dimostrare a se stesso e ad altri che riesce a far sesso.
All’improvviso il sogno della ragazza crolla. Lei non ha saputo dire di no, a causa della sua debolezza psichica che rappresenta un fatto normale data la giovanissima età, a causa della sua inesperienza e della scarsa conoscenza che ha del genere maschile. Spesso i ragazzi hanno bisogno di sedurre le ragazze come se fossero prede per vantarsi davanti ad altri compagni, per esprimere il loro potere nel più stupido dei modi».
Che cosa scatta in questi ragazzi che distruggono il sogno d’amore di una ragazza, per dirla eufemisticamente?
«Alcuni giovani maschi hanno imparato da una cultura retrograda a far sentire la loro importanza attraverso l’ipersessualità, una compulsione che li avvalora stupidamente nel senso che questo illude di essere importanti, padroni, e tale comportamento selvaggio alimenta un circolo vizioso, che assomiglia alla vecchia caccia dei bisonti. Rispetto e amore vengono svalorizzati: quel che conta è essere forti e capaci di sottomettere».
A questo punto, il ricordo del primo amore è definitivamente distrutto?
«L’evento si ricorda, ma molto negativamente. Qualche volta condiziona negativamente la vita di una donna che può assumere in futuro un atteggiamento opposto: o rifiuta il sesso o, al contrario lo fa con tutti con grande facilità e superficialità. Al di là dei giudizi morali, questo potrebbe ledere in qualche modo la sua autostima e il rispetto che ha di se stessa e del suo corpo».
Cosa si può fare per superare il primo incontro negativo?
«Cercare di prendere distanze da esso, cercare di isolarlo dalla tonalità emotiva che ha avuto. So che è difficile ma con una buona capacità di auto-ascolto ce la si può fare. E soprattutto parlarne e aprirsi con le persone che hanno vissuto esperienze simili e che son riuscite ad avere poi una vita sentimentale felice».
Quali suggerimenti dare ai genitori?
«In genere i genitori dovrebbero essere meno pudici e saper trasmettere certi messaggi con delicatezza, comunicare valori sul sesso e far loro capire che la configurazione delle storie d’amore sono più complesse rispetto ai film e alla fiction televisiva. Anche la scuola dovrebbe essere più attiva e giovarsi di aiuto professionale per informare e sensibilizzare i giovani».