Overthinking: cos’è e perchè fa male
Anche a te capita di rimuginare e scavare in questioni che vorresti aver archiviato e invece tornano come un tarlo nel cervello?
Riflettere e analizzare gli eventi vissuti può aiutare a costruire una visione, meditare sugli errori e decidere la propria direzione, ma attenzione: la mente che non si ferma rischia di diventare un boomerang in grado di ritorcersi contro di noi. Sì, pensare troppo ha un effetto tossico e le donne sembrano cadere vittima di questa trappola con più facilità rispetto agli uomini.
Tuttavia, quando cadiamo in questo vortice, gli effetti dell’overthinking, ovvero della tendenza a ruminare pensieri, sono negativi per tutti. A spiegarlo sono gli studi di Susan Nolen-Hoeksema, Capo del Dipartimento di Psicologia presso l’Università di Yale, scomparsa nel 2013, che del fenomeno overthinking aveva fatto il centro delle sue ricerche.
Overthinking e depressione
Se sei donna capita più di frequente: secondo l’autrice del libro Women Who Think Too Much: How to Break Free of Overthinking and Reclaim Your Life, Donne che pensano troppo (come scappare dall’overthinking e riprendere in mano la tua vita) il pensiero ruminativo costituisce un fattore di rischio nel mantenimento della depressione.
Il lavoro di Susan Nolen-Hoeksema si era concentrato sulle differenze di genere nella depressione, e le conseguenze che i nostri pensieri e le emozioni possono avere nello stato di benessere complessivo della persona.
La malattia non è uguale per donne e uomini non solo poiché viene affrontata in modo diverso, bensì in quanto è il modo in cui affrontiamo la nostra vita emotiva e le difficoltà del quotidiano ciò che apre prospettive differenti.
Uomini e donne vivono l’essere vulnerabile in modo diverso e oggi la medicina di genere si interroga sulla possibilità di realizzare percorsi di cura che tengano conto della persona in tutti i suoi aspetti, sesso compreso, un tema che per molto tempo è stato trascurato e reso forzatamente “neutro”.
Ma che cosa significa pensare troppo?
Overthinking: cosa vuole dire pensare troppo
L’auto-riflessione può avere una funzione costruttiva, tuttavia spesso accade di analizzare una situazione di disagio concentrandosi sulle cause: questo aspetto è positivo solo fino a quando ti serve a mettere in evidenza lati che non avevi considerato e far emergere le tue emozioni profonde.
Il rischio? A causa della tua precisione e profondità di analisi continuerai a ripetere (a te stesso e agli altri!) e raccontare la stessa situazione, concentrandoti sul problema e su quello che ti fa stare male.
Abbiamo bisogno di dare una tregua ai pensieri. Secondo Susan Nolen-Hoeksema è sempre più frequente che, durante una semplice pausa, le persone si sentano all’improvviso invase da un’ondata di preoccupazioni, pensieri e emozioni che scorrono come un fiume incontrollato e impossibile da arginare: ecco perché coltivare nuovi stili di pensiero e iniziare a rallentare consapevolmente la tendenza a rimuginare significa imparare, poco a poco, a svuotare la mente.
Una mente che pensa troppo è un sabotaggio per la nostra creatività e ostacola la nostra capacità di essere nel momento presente. Il risultato? Quando ci portiamo dietro un carico di pensieri sempre più pesante finiamo per occupare tutto lo spazio disponibile. Al contrario, fare vuoto e liberare la mente è acquistare lucidità, diventare più presenti, come animali dotati di un istinto ancestrale che ci permette di essere qui e ora, fronteggiando gli eventuali pericoli senza combattere contro vecchi fantasmi. Non solo una mente più fluida e leggera, ma la capacità di rispondere alle situazioni in modo più flessibile, dinamico e adeguato.
Prova a prendere spunto da questi atteggiamenti per iniziare a liberare la tua mente.
10 strategie per smettere di pensare troppo e liberare la mente
1. Esercita la gratitudine
Sentirsi grati non solo combatte la tendenza a lamentarsi del presente e rimpiangere il passato, ma esercita a trovare il lato positivo, ogni giorno.
2. Orienta la tua mente altrove
La tua mente sta andando verso i soliti pensieri? Orientala altrove come faresti con un bambino capriccioso. Deepak Chopra ha scritto che nell’atto di meditare possiamo immaginare un flusso instancabile di pensieri che attraversa la mente come nubi in corsa: tu concentrati sul cielo, che è sempre presente al di là del sole e delle nuvole.
3. Impara ad evadere dai tuoi pensieri
I muri non sono solo quelli di casa, ma anche i limiti in cui finiamo per imprigionare la nostra spontaneità creativa a causa delle convinzioni radicate nella mente. Scappa! Fai cose diverse, vai in posti dove non andresti… metti a soqquadro le tue idee. Stupisci te stesso.
4. Muoviti
Sai che fare attività fisica stimola la produzione di endorfine? E ancor di più se fai attività all’aperto. Il sole ha un effetto antidepressivo, migliora l’umore e stimola la vitamina D. Gli effetti benefici raddoppiano quando siamo circondati dalla natura: inizia a fermarti a guardare la bellezza intorno a te.
5. Abbandona l’idea della perfezione
La tendenza al perfezionismo è un problema perché ci appesantisce e ci spinge ad un eterno confronto da cui emergiamo sconfitti. No, il bello della vita è sperimentare sapendo che… chi non sbaglia, è perché non fa nulla.
6. Osserva te stessa
È la lezione di ogni forma di meditazione: imparare a diventare l’osservare esterno di se stessi. Stai pensando troppo? Sei finito al centro del ciclone? Fermati. Respira. Osserva il tipo di pensieri che fai quando cadi in questo vortice. Autosvalutazione, vergogna, senso di colpa… quanto ci massacriamo inutilmente e con accanimento killer.
7. Prendi consapevolezza dei tuoi pensieri
Fai una lista e che sia per iscritto, ti aiuterà a vedere le cose nero su bianco e prenderne consapevolezza. Affianca ai pensieri che nutri di solito un’idea differente. La domanda da farsi è: come posso vedere e affrontare in maniera alternativa questa situazione? Pensa… come non faresti di solito.
8. Vivi nel qui e ora
Quando osserviamo i nostri pensieri ci accorgiamo presto che siamo quasi sempre là, o nel passato, o nel futuro. Ma è il qui e ora la dimensione su cui hai potere e che puoi utilizzare per cambiare le cose. Essere qui significa parlare e pensare al presente.
Quando ci focalizziamo sulle cause e l’analisi del problema non stiamo attuando un’azione di problem solving, cioè non stiamo risolvendo in nessun modo il problema. Parlando di depressione maschile, il dottor Gianluigi Mansi, Responsabile dell’Unità di Psichiatria e Riabilitazione Psichiatrica, racconta un fenomeno che capita di vivere a molti, soprattutto uomini padri di famiglia: per la sindrome del pescatore quando usciamo in mare affrontando le tempeste del quotidiano non possiamo tornare a mani vuote.
È il senso di responsabilità che ci fa stare all’erta. Come spiegano gli esperti, l’ansia entro certi limiti è positiva perché è una forma di attenzione, ci spinge a interrogarci e dare il meglio, pretendere di più, vedere i segnali, buttarci nella competizione. Tuttavia, l’esistenza è fatta da una serie di bivi e strade che si incrociano, sentieri che si perdono, fermate mancate, deviazioni e lavori in corso: non possiamo ridurre la nostra felicità all’idea che ci sia una strada giusta da percorrere.
In fondo, la vita non ha una meta, se non il bagaglio di esperienza che impariamo nel viaggio: un viaggiare che non arriva da nessuna parte e invece è esplorazione, curiosità verso il percorso, cadute e nuove corse.
“Se quella volta….. ”: quante volte l’hai detto o pensato? Quando ragioniamo con “avessi… fatto, detto scelto” rimaniamo bloccati nel tempo passato senza trovare nuove soluzioni per risolvere il presente. È demoralizzante e frustrante torturarsi pensando alle scelte che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto. Inoltre, è semplicemente falso: sei lì dove ti trovi, accettarlo è il primo passo per vedere e affrontare la realtà.
9. Prenditi una pausa
Fai una pausa, ma falla davvero. Dal lavoro, dai bambini, dalla tua solita vita: la sfida è cambiare abitudine. A volte basta iniziare con cinque minuti per sé, il tempo per un caffè in un posto sconosciuto, un libro da sfogliare, una boccata d’aria fresca dalla finestra.
10. Lasciati andare agli imprevisti
Arrenditi, l’esistenza non è come avevi previsto e probabilmente non sarà esattamente come te l’eri immaginata. È questo il bello. La vita continua a stupirci e questo da giovani ci elettrizza. Più andiamo avanti con gli anni maggiore è il desiderio di sicurezza, che spesso si fa sentire e si mescola alle preoccupazioni per la sopravvivenza.
Scoprire un modo nuovo per vivere queste sensazioni rocambolesche e in cambiamento è una strategia per la felicità, perché significa sperimentare la precarietà, consapevoli che fa parte di tutti noi: ritrovare il brivido sapendo che siamo coraggiosi funamboli sul filo del tempo.