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La frequenza della malattia nelle donne è in costante aumento: la sclerosi multipla è più che mai una malattia prevalentemente femminile. In altre parole, per una donna le probabilità di ammalarsi sono 2-3 volte in più degli uomini: fattori genetici, ormonali e ambientali sono i responsabili di queste differenze.
Considerando poi che la sclerosi multipla rappresenta la prima causa di disabilità neurologica nella popolazione giovanile, è facile capire come la SM sia malattia capace di toccare da vicino sempre più donne e sempre più giovani.
Metà delle persone con SM in Italia continua a lavorare, anche se - lo dichiara il 72% delle persone - i sintomi e le manifestazioni della malattia rendono più difficile lavorare. Tra queste, il 65,5% sono donne che, oltre a occuparsi della propria famiglia, gestiscono i figli e svolgono i lavori domestici: solo una ricaduta riesce a ridurre o interrompere l’impegno nelle faccende di casa, e accade solo nel 9,8% dei casi.
Oltre il 37% delle donne, anche quelle con un livello di disabilità severa e in presenza quindi di limitazioni fisiche rilevanti, nella propria casa e per i propri familiari fa tutto quello che faceva prima, ma più lentamente e con più fatica. Nel 41% dei casi ha dovuto complessivamente ridurre il proprio lavoro domestico.
L’unico aiuto su cui le donne con SM possono contare è soprattutto quello dato dai loro familiari conviventi: compagni, figli, fratelli e genitori, sono nel 71,6% dei casil ’unico aiuto di cui dispongono. Questo aiuto talvolta non è sufficiente; laddove le condizioni cliniche si aggravano diventa irrinunciabile il contributo di un aiuto professionale a pagamento.
(dati AISM)