Litigio di coppia: 10 consigli per farlo in modo costruttivo
Litigare per una coppia è normale: a volte è liberatorio e utile. Non dovrebbe mai essere, come invece spesso accade, distruttivo, umiliante, doloroso o straziante.
Fortunatamente, litigare in maniera intelligente è possibile, come spiega la sessuologa e psicoterapeuta Maria Dolores Bracci: “i conflitti fanno parte di ogni relazione umana e in ogni coppia, se ben affrontati, rappresentano un’occasione di crescita per accedere ad un livello di amore più maturo ed adulto, in cui ci sia spazio per la negoziazione e la contrattualità”.
Si tratta, in altre parole, di affrontare i contrasti in maniera creativa e costruttiva così che rinsaldino l’unione invece di sfibrarla, e che permettano una più profonda comprensione sia dell’altro che di noi stessi.
Per imparare a farlo, basta seguire questi 10 consigli per imparare a litigare.
Non evitate il conflitto
“Per prima cosa”, spiega Maria Dolores, “non bisogna evitare il conflitto”, per non accumulare rabbia e risentimenti che finirebbero inevitabilmente per scoppiare in maniera violenta e confusa. Piuttosto, bisognerebbe favorire il confronto ed “imparare a utilizzare le discrepanze della coppia come una ricchezza”.
Infatti, un punto di vista diverso dal nostro può sicuramente allargare i nostri orizzonti, “il dissenso può essere un’occasione, il problema un’opportunità” ed è proprio “attraverso le dinamiche e le criticità apportate dalla conflittualità stessa – che significano anche riaffermazione della propria identità e individualità – la coppia può evolvere positivamente, raggiungendo un equilibrio più elevato e arrivando così al ‘cuore’, inteso come sintesi di passione e intimità”.
Affrontate un problema per volta
“Spesso, durante un litigio, si finisce per non sapere più né perché, né di cosa si sta discutendo. Invece, bisognerebbe sempre cercare essere precisi: ad esempio, introducendo l’argomento di cui si vuole discutere con “Vorrei parlarti di”, specificando le vostre motivazioni, e sempre restando ancorati al presente, al qui e ora, invece di rivangare il passato o di aggiungere altra carne al fuoco, creando un conflitto così aspro che sarà difficile uscirne indenni”.
Dividete i problemi in micro-problemi
Quando si tratta di questioni complesse “può essere utile dividere il problema in micro-problemi”. Ad esempio, se il motivo di discussione è la scarsa collaborazione nelle faccende domestiche, si può parlare prima della spazzatura, poi della lavatrice e poi dell’ordine in casa. “Così frammentato non sembrerà più così insormontabile e si troverà più facilmente una soluzione, portando di conseguenza alla risoluzione del problema più ampio”.
Risolvete il problema per entrambi
Il concetto rivoluzionario del litigio intelligente è proprio questo. “Confrontandosi sinceramente”, spiega la Bracci, “si percorre un cammino che porta a due vincitori, attraverso la negoziazione e la condivisione di soluzioni di compromesso”.
“Il conflitto non deve sfociare in una guerra aperta, ma in una collaborazione in cui vige il motto vita tua vita mea, perché in una relazione si vince solo se si vince insieme, e se uno dei due partner ha un problema, la coppia ha un problema. Non bisogna mirare a schiacciare l’altro dimostrando chi ha torto e chi ragione, ma ad un obiettivo comune: la risoluzione del problema per entrambi”.
Considerate il compromesso
Uno degli errori più comuni che si fanno litigando, ricorda Maria Dolores, è dare per scontato di avere ragione e non provare neanche a comprendere quali siano le motivazioni o il punto di vista della controparte.
Anche se può costare fatica, “bisogna prendere in considerazione il fatto che la mia soluzione non sia l’unica possibile e che le soluzioni del partner abbiano lo stesso valore della mia”.
Ascoltatevi
“Provate”, spiega Maria Dolores, “a fare un passo ulteriore verso l’altro e ad applicare l’ascolto attivo: parlate uno alla volta, il più possibile con calma e date per assunto che sia il partner (e non voi) ad avere ragione.
Ascoltate quello che vi sta dicendo, mettendovi nei suoi panni, facendogli delle domande precise che vi aiutino a capire profondamente le sue motivazioni. Vedendoci più chiaro, avrete davanti a voi un panorama molto più ampio di soluzioni e di comprensione reciproca”.
Chiedete chiarimenti
“Non bisognerebbe mai pensare che il partner voglia dire qualche altra cosa, rispetto a quello che ti sta effettivamente dicendo”, raccomanda la Bracci. Infatti “per quanto possiamo conoscere a fondo una persona, non possiamo sapere né tantomeno immaginare sempre quello che sta pensando. È un atteggiamento che limita l’altra persona a come noi pensiamo di conoscerla, negando la sua libertà di esprimersi. Se si ha il dubbio che dietro quella tal frase ci sia un significato nascosto, meglio chiedere dei chiarimenti, senza supporre nulla.”
Quindi, non ritenere di sapere cosa sta pensando il partner, a meno che non sia esplicitamente espresso.
Evitate i confronti e le mortificazioni
“I confronti non sono mai positivi: producono ira e stizza, mortificando il partner che non si sentirà considerato all’altezza della situazione e di conseguenza in grado di risolvere il problema”.
Anche se qualcosa non va, anche se in qualcosa il partner non si dimostra bravo, bello e buono come lo vorremmo, sarebbe ancora più nocivo infierire: “si rischia solo di precludere e rendere più ardua la strada del miglioramento, facendogli intendere che manca la fiducia e che non ci si può aspettare un granché.” D’altra parte, nessuno è perfetto.
Non etichettate
Frasi come “Sei sempre il solito/a” o “Non sei/fai/pensi mai…” sono altamente distruttive e certamente da evitare “perché investono un individuo nella sua totalità e non in quella precisa situazione e riguardo quel problema”.
In questo modo, sembra che la sua mancanza sia estesa e irrecuperabile, che “non ci si può mai fidare”, e che non ci possa essere modo né occasione per risolvere il conflitto”. Con un atteggiamento del genere, è facile che non avvenga mai.
Evitate sarcasmo e lamentele
“Se l’ironia può essere un ottimo strumento per affrontare questioni che ci stanno a cuore, il sarcasmo è assolutamente sconsigliabile”, spiega Maria Dolores. Da bandire quindi uscite del tipo “Certo che devi proprio volermi un gran bene se…” o “Certo che sei proprio bravo/a…” perché “suonano come un subdolo ricatto affettivo”.
Meglio evitare anche la lamentela: “è generica, mentre la coppia sta affrontando un problema specifico: l’esito più probabile sarà quello di scatenare il senso di colpa ed estendere il litigio”, portandolo a dilagare anche in ambiti che inizialmente non erano coinvolti nel problema, ingigantendolo e rendendolo di fatto meno affrontabile.