Il morbillo è una malattia acuta altamente contagiosa e diffusa causata da un virus appartenente alla famiglia Paramyxoviridae, genere Morbillivirus. Colpisce elettivamente – ma non esclusivamente – il bambino, ed è caratterizzato da febbre, stomatiti ed esantema maculopapuloso generalizzato.
Morbillo: chi colpisce
La malattia è endemica, diffusa in tutto il mondo, senza predilezione di sesso o di etnia. «L’incidenza stagionale dei casi risulta maggiore fra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera; ogni 2-3 anni quando, quando la popolazione suscettibile ha raggiunto il 30-40%, si verificano riaccensioni epidemiche. Una volta superato, il morbillo conferisce un’immunità permanente nella grandissima maggioranza dei casi – dice il professor Fabrizio Pregliasco, Virologo presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano (Gruppo ospedaliero San Donato).
La morbosità appare massima durante i primi due anni di vita. Nelle zone urbane la maggioranza dei bambini contrae l’infezione prima del terzo anno, mentre in campagna si manifesta più frequentemente verso l’età scolare. Nelle regioni tropicali, invece, è particolarmente precoce e costituisce tuttora una delle principali cause di morte dei bambini da 1 a 4 anni.
«Tale situazione epidemiologica deriva soprattutto dagli stati di sovraffollamento e di malnutrizione (inclusa la carenza di Vitamina A) – prosegue il virologo – L’introduzione della vaccinazione di massa in molti Paesi industrializzati ha mutato il quadro epidemiologico della malattia: il morbillo tende a presentarsi con piccole epidemie tra gli adolescenti vaccinati durante la prima infanzia, qualora non venga successivamente effettuato un richiamo».
Morbillo: come si trasmette
Solo per contatto diretto da malato a individuo suscettibile: non esistono portatori. «Il virus viene trasmesso soprattutto per via rinofaringea con gli starnuti e la tosse e penetra attraverso le mucose delle vie respiratorie superiori o la congiuntiva. La contagiosità ha inizio durante la fase prodromica (quello che si chiama “periodo di incubazione”) e continua fino a 4-5 giorni dopo l’inizio dell’esantema».
Morbillo: come si manifesta
I primi sintomi sono caratterizzati dalla febbre alta sin dall’inizio e dall’interessamento delle mucose di naso e bocca: rinorrea, laringite e tracheite.
Nel periodo esantematico, al 14° giorno dal contagio, compare la caratteristica eruzione cutanea. L’esantema è costituito da maculo-papule che si manifestano dapprima nella regione dietro l’orecchio e sulla fronte, e poi si si diffondono al volto, al collo, al tronco e agli arti nei successivi 2-3 giorni. Le piante dei piedi e i palmi delle mani non sono interessati dall’esantema.
«Le prime macule sono rotondeggianti, rosa pallido, ma presto le lesioni assumono forma irregolare, colore rosso cupo, e tendono a confluire, specie al volto, dove spesso è presente un discreto edema».
Morbillo: come si cura
La terapia è sintomatica: riposo a letto, antipiretici, espettoranti. Le eventuali complicanze sopraggiunte da sovrainfezione batterica devono essere trattate con antibiotici.
Morbillo: come si previene
Attraverso l’impiego di vaccini, rivelatisi efficaci e sostanzialmente innocui. «L’esperienza acquisita in tutto il mondo dimostra l’utilità dell’immunizzazione di massa: negli Stati Uniti dal 1963 al 1978 si è ottenuta una riduzione del 90% dei casi di morbillo. Sono inoltre diminuite le complicanze, tra cui l’encefalite e l’incidenza della panencefalite sclerosante subacuta. L’età consigliata per la prima vaccinazione è il 15° mese di vita» – spiega il virologo Pregliasco.
Il vaccino contro il morbillo viene generalmente associato a quello contro la parotite epidemica e la rosolia.
Per ottenere una protezione solida e duratura è opportuno, in tutti i casi, effettuare un richiamo tra il 10° e il 14° anno di vita.