Il linguaggio veicola messaggi importanti, tuttavia spesso accade di non prestare abbastanza attenzione alle parole che utilizziamo. A partire dagli anni Sessanta Marshall Rosenberg sviluppa il metodo della comunicazione nonviolenta , basato sull’empatia e l’assertività. Secondo lo psicologo statunitense le modalità con cui pensiamo e ci esprimiamo portano a un uso della violenza che è stato trasmesso da secoli di cultura, tuttavia è possibile imparare a comunicare in maniera differente. L’obiettivo? Focalizzare i nostri bisogni e imparare a esprimerli in maniera efficace, attraverso una gestione dei conflitti sana e costruttiva. Il cambiamento diventa possibile quando accettiamo di lavorare su noi stessi, aprendo le porte del cuore alle emozioni .
«Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità» Simone de Beauvoir
Sono oltre 120 i milioni di bambini nel mondo a cui è negato il diritto all’istruzione : più della metà dei casi riguarda bambine, spesso discriminate rispetto ai figli maschi. Come rende noto l’Unicef, l’accesso all’istruzione per le donne è uno strumento di empowerment, poiché la conoscenza è possibilità di crescita, favorisce un processo di autostima e consapevolezza. Accedere alla scuola significa promuovere la capacità di mettere in discussione i ruoli tradizionali, aiutare la crescita personale: l’opportunità di cambiare il proprio futuro . Nelson Mandela ha detto: «L’istruzione è l’arma più potente per cambiare il mondo».
«La violenza esercitata su di noi da altri è spesso meno dolorosa di quella che ci infliggiamo da soli» François de La Rochefoucauld
Attacchiamo per paura , allo scopo difendere le nostre posizioni, un credo, una convinzione. Alla base c’è una violenza che esiste prima di tutto nella mente e che, come spiega lo psicologo statunitense Marshall Rosenberg, che negli anni Sessanta darà vita al Centro per la comunicazione nonviolenta, ci è stata trasmessa culturalmente. Il male che facciamo agli altri trae forza dal senso di colpa , vergogna e violenza con cui siamo stati trattati: l’amore negato, calpestato, violentato genera una spirale di odio. Non è possibile sviluppare un rapporto positivo, di amore e rispetto, se non si nutre questo sentimento per se stessi, ecco perché è importante combattere la violenza a partire da un approccio in grado di sviluppare autostima, accettazione, empatia .
«Non violenza significa anche cose molto semplici ed essenziali come il rispetto degli altri » Pietro Ingrao
Prendersi la responsabilità per ciò che si fa è il primo passo per assumere con consapevolezza il comando della propria vita. Non possiamo esimerci dal farlo, perché significherebbe continuare a incolpare gli altri della nostra infelicità. È vero, la vita non sempre è facile; i governi non sembrano rispondere alle necessità reali delle persone e lo spettro della crisi continua ad aleggiare sull’Europa e sul mondo intero, tuttavia delegare il tuo bisogno di felicità non condurrà a un cambiamento reale per la tua vita. Forse non potremo cambiare il mondo, ma la giornata sì: guarda chi hai di fronte, sii gentile con il mondo , non sfruttare l’ambiente. Madre Teresa di Calcutta ha detto: «Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno».
«La rabbia è una follia momentanea, quindi controlla questa passione o essa controllerà te» Quinto Orazio Flacco
Spesso si ha paura della rabbia perché la sua esplosione può essere devastante: in realtà essa è la porta d’accesso a un serbatoio incredibile di energia , quando impariamo come gestirla nel modo giusto. L’ascolto consapevole delle proprie emozioni è la chiave per affrontare la rabbia. Solo incanalando in modo costruttivo e creativo le nostre risorse, senza negare i sentimenti di difficoltà e le emozioni come paura e tristezza , potremo accedere a una modalità diversa della comunicazione. Per capire meglio gli altri… e noi stessi.