A confronto con i propri limiti
Chi non ha sperimentato da bambino l’eccitante gioco di andare sempre più in alto con l’altalena per avere la sensazione di volare o di arrivare in cima ad un albero, sempre più su?
Nel gioco, intuitivamente il bambino esplora con gioia ciò che sta al di là del limite, ciò che non si conosce ancora. Poi, crescendo, succede che si inizia ad avere paura, perché non ci si può più permettere di giocare, ma bisogna “fare sul serio”.
La paura di uscire dagli schemi, di fare brutta figura, di perdere il posto di lavoro fanno scattare la ricerca di un sistema che ci fa apparire diversi da quelli che invece sentiamo di essere.
Quando la paura si è impadronita di noi tanto da avere sempre paura, allora si diventa aggressivi: i muscoli del viso si tirano, lo sguardo assume l’aspetto inquisitore, il torace si gonfia verso l’alto a causa del diaframma rialzato. Questi segnali non sono da trascurare quando si fa una valutazione del livello di stress che quotidianamente viviamo.
Tensione e diaframma
Quando si vive in tensione, il diaframma si innalza dandoci l’aspetto “marziale” dei soldati sull’attenti. È così che ci si illude di nascondere la paura.
Per fortuna il corpo è intelligente e il diaframma lo è ancor di più: per conto proprio difende l’organismo fino al limite della sopportazione, poi di colpo si rilascia, grazie a ciò che familiarmente chiamiamo “sospiro”.
Per molte persone la vita non è altro che un susseguirsi di sospiri.
Liberarsi dallo stress
Il continuo e inutile dispendio di energie causato dalla tensione, dallo stress, unito alla difficoltà di respirare profondamente per ricaricarci, non possono avere un esito sereno.
Ma come decontrarre il diaframma per liberarsi della tensione?
Un primo modo per rilassare il diaframma, facile da sperimentare in ogni momento (soprattutto in ufficio) è lo stesso usato dai cantanti lirici per aumentare le prestazioni e la qualità della voce.
Mettiti in piedi con le gambe leggermente divaricate, abbassa un poco il mento verso la gola senza arrivare a toccarla, quindi espira espellendo l’aria dapprima nella parte alta dei polmoni, rilassando i muscoli pettorali, poi continua l’espirazione facendo rientrare lentamente i muscoli addominali.
Ora rilasciali ed inizia ad inspirare lentamente dall’addome, gonfiando poi il torace con gradualità fino alla massima espansione ed evitando rigorosamente di alzare le spalle.
Spalanca la bocca e, a voce alta, emetti una lunga “aaaaaaaa”, come quando da bambina il medico di chiedeva di fare per controllarti la gola (ma questa volta senza tirare fuori la lingua).
Piano piano, ripetendo l’esercizio per una decina di minuti ogni giorno, ti accorgerai che il tono della voce acquisterà potenza e quella che prima era una voce “di testa” diventerà “di petto”, poiché tutta la gabbia toracica funzionerà da cassa di risonanza, finalmente liberata dalla tensione.