Se l’orgasmo femminile fosse una strada, di certo sarebbe tortuosa, misteriosa, ma anche emozionante e ricca di sorprese. L’ultima arriva da due ricerche, condotte separatamente, che hanno evidenziato come ci siano due diverse strade del piacere nel nostro cervello: la meta è la stessa – l’orgasmo – ma il percorso per raggiungerla è molto diverso, a seconda del fatto che la donna sia sola e stia praticando l’autoerotismo, o ben accompagnata dal partner.
A dare una marcia in più agli studi è stato uno specifico scanner, grazie al quale gli studiosi sono riusciti ad esaminare le reazioni cerebrali delle volontarie che hanno partecipato allo studio, analizzando quindi quali zone del cervello sono maggiormente coinvolte quando si raggiunge l’apice del piacere. E proprio il fatto che gli esisti dei due studi non fossero identici ha permesso di aprire uno spiraglio di luce sul segreto dell’orgasmo femminile, e di consolidare sempre più il fatto che il piacere sia più una questione mentale, che corporea.
Il primo studio, condotto dalla Rutgers University nel New Jersey, ha analizzato l’attività cerebrale di un gruppo di volontarie durante l’autoerotismo e ha evidenziato come, quando una donna raggiunge l’orgasmo da sola, si attivino intensamente oltre 30 zone del cervello, in particolare la corteccia prefrontale, un’area responsabile di funzioni come i processi decisionali, l’autocontrollo e l’immaginazione.
Quando invece i ricercatori della University of Groningen in Olanda hanno eseguito un esperimento simile, dove però le donne erano stimolate da un partner, hanno rilevato che la stessa area cerebrale attivata durante l’autoerotismo, si disattivava durante l’orgasmo.
Cosa vuol dire? Con tutta probabilità, che quando ci procuriamo piacere da sole in un certo senso controlliamo e moduliamo le nostre sensazioni, accompagnandole con fantasie erotiche vivide e potenti, è – per così dire – mentalizzata, mentre quando siamo con il partner la chiave per riuscire a godere appieno, fino all’apice, dell’incontro sessuale è proprio quello stato di abbandono, quel lasciarsi andare che trasforma l’orgasmo in una dimensione alterata, sospesa, magica, della realtà. Quel vivere il sesso come uno spazio di libertà in cui possiamo permetterci di spegnere il cervello e lasciar parlare il corpo, perdendo il controllo.