Oltre che sul reciproco amore, sulla complicità e sulla voglia di costruire un progetto di vita insieme, la coppia si basa anche sulla comunicazione, e sulla capacità dei partner di comunicare all’altro sentimenti, necessità, pensieri. Un elemento fondamentale, se si considera che, quando tra i partner c’è un’intesa perfetta – a parole ma anche a gesti e a sguardi -, anche i problemi più pesanti si ridimensionano, mentre se questa intesa viene a mancare, spesso anche le situazioni più semplici diventano complicate e le incomprensioni diventano causa di litigi e contrasti che minano la stabilità e la serenità della coppia.
Così abbiamo chiesto a Grazia Geiger, coach e psicoterapeuta, alcuni consigli per imparare a comunicare meglio in coppia, sfruttando le potenzialità del linguaggio femminile tipico delle donne. Consigli di cui gioverà anche il sesso, perché “è una forma di comunicazione, intima, immediata. Più i partner sono comunicativi e positivi, più il desiderio ne giova e non si esaurisce”.
Sì all’emozione
“Il linguaggio femminile deve essere principalmente emotivo, ricco di sfumature, sia per quanto riguarda la parola che il linguaggio del corpo, che pesa per ben l’80% nel complesso della comunicazione. Per riuscire a comunicare l’emozione o con emozione, infatti, quello che conta per attivare l’empatia nel partner, non è solo la scelta delle parole, ma il modo in cui vengono pronunciate. Un sorriso, un gesto della mano o un abbraccio mentre si parla possono fare la differenza, creando complicità ed intesa e aiutando il partner a comprenderci. Il tono di voce ad esempio, per essere femminile, rilassante e accogliente, dovrebbe essere suadente, basso, calmo, l’espressione del viso distesa. Attenzione però: perché la comunicazione sia efficace, linguaggio verbale e non-verbale devono essere coerenti”.
No all’aggressività e al tono di rimprovero
“L’aggressività può spaventare il maschio, il tono di rimprovero invece spesso lo indispettisce e basta. E seguite una semplice regola: i fatti privati si discutono in privato. Evitate quindi di dare ordini, ma anche di lamentarvi attaccando con i “tu non…”, ma anche gli avverbi che generalizzano e sviliscono, come “mai”, “sempre”. Meglio circoscrivere le discussioni a una particolare occasione e comunicare in maniera assertiva, che vuol dire: parlare con chiarezza e semplicità (se c’è qualcosa di importante per noi nella quotidianità bisogna dirlo!), esprimendo positivamente i propri desideri ed esigenze, ad esempio “vorrei che…”, “mi piacerebbe che…”. Ricordate: la sincerità e la chiarezza non sono per forza aggressività.”
No alle “trappole”
“Se vogliamo comunicare qualcosa al partner, non dovremmo mai pretendere che lui ci arrivi da solo: per prima cosa perché questo rallenta lo svolgersi delle situazioni (e delle soluzioni!), poi perché ci permette di accumulare un incredibile rancore, più passa il tempo, e infine perché questo atteggiamento presuppone che ci sia un’uguaglianza – che invece non c’è – tra il linguaggio femminile e maschile. Non dovremmo mai dare per scontato che il partner capisca al volo quello di cui abbiamo bisogno o che desideriamo. Soprattutto, nella coppia, bisognerebbe sempre fare almeno il tentativo di trovare un punto di incontro tra i diversi modi di comunicare, accorciando le distanze.
Sì all’ironia (ma con moderazione)
“L’ironia è importantissima, ma va usata con una certa competenza: è un’arma fantastica per alleggerire situazioni, parole e gesti che potrebbero creare una distanza. Bisogna però valutare sempre le conseguenze della battuta: ad esempio, se è accompagnata da un gesto affettuoso, una coccola, resta ironia e sdrammatizza, altrimenti, se la battuta viene detta con durezza e freddezza, rischia di trasformarsi in sarcasmo, che insinua cattiveria e aggressività nella coppia e rischia solo di ferire“.
Sì ai complimenti (sinceri!)
“Se c’è qualcosa che facilita e fortifica l’intesa tra i partner, questa è l’apprezzamento. A volte siamo più preoccupati di dire all’altro quello che non ci piace o non ci va bene, ma concentrasi anche su quanto c’è di positivo è di certo molto più costruttivo, perché dà fiducia, permettendo al partner di esprimere il meglio di sé, liberamente, e rende la comunicazione più rilassata e armoniosa. Quindi complimenti, gentilezze e gesti di sensibilità non andrebbero mai trattenuti, anche perché hanno come effetto collaterale anche quello di creare quella condizione di eccitazione e di novità che ci fanno sentire innamorati, anche in una routine consolidata, perché creano uno spazio di intimità e di desiderio. Delle domande molto semplici che dovrebbero avere presente entrambi i partner sono: cosa ti piace? cosa ti fa piacere? come posso farti piacere? come posso avvicinarti ai miei desideri?”.