“Nel momento in cui abbiamo a disposizione parole nuove, in altre lingue, possiamo anche “sentire” in modo nuovo, perché ne abbiamo gli strumenti. È celebre la frase di Ludwig Wittgenstein che dice “I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”. Parlare altre lingue dà accesso quindi a nuovi mondi, a nuove sensazioni, perché finalmente le possiamo descrivere e quindi capire e fare nostre”, commenta Barbara Baisi, responsabile del controllo della qualità e della pubblicazione dei contenuti didattici per Babbel, la app per imparare le lingue online, che della passione per le lingue ha fatto la sua carriera.
Cosa significa appassionarsi a una cultura? Conoscere le parole intraducibili di una lingua è scoprirne le sue strade segrete e afferrare la filosofia dei suoi abitanti. Iniziare ad amare una lingua e una cultura, una parola alla volta. Questo è ciò che è successo a Barbara, che attraverso un’esperienza di viaggio, da giovanissima, ha trasformato un’occasione di studio in uno stile di vita. Impariamo a conoscerle insieme a lei.
“Utepils”
Prima di poter godere di una luminosissima ma breve estate, i norvegesi devono sopportare un lungo, buio inverno. Di conseguenza una birra da bere fuori, all’aria aperta, magari lasciandosi baciare da un raggio di sole, diventa subito molto più di una semplice birra.
“Quando sono andata in Finlandia sono entrata in contatto diretto con una cultura geograficamente vicina ma comunque diversa da quella italiana. Da ragazzina ho trascorso alcuni mesi in una famiglia finlandese e mi sono innamorata del paese, tanto che ci sono rimasta due anni”: racconta Barbara guardando all’inizio dei suoi studi. “Lì ho conosciuto anche un altro amore, quello per il ragazzo che sarebbe diventato il mio futuro marito, tedesco, anche lui in scambio universitario! Le lingue sono sicuramente il motivo per cui sono stata assunta da Babbel in principio. Grazie alla conoscenza approfondita della lingua tedesca mi sono integrata subito bene a Berlino… alla fine mi sono anche un po’ tedeschizzata, nel bene e nel male. Per esempio sono diventata più diretta e aperta nell’esprimere opinioni e sentimenti o esporre critiche”.
Poter sperimentare un soggiorno all’estero è una possibilità di grande importanza per un adolescente. Anche se stare lontano da casa non è una passeggiata. Vivere all’estero significa affrontare ripetutamente gli inevitabili momenti di nostalgia di casa, della propria famiglia, e trovare il modo di affrontare i cambiamenti come un arricchimento alle proprie abitudini più che una limitazione forzata. E non è facile. Dal clima alla cucina. Per Barbara è stata una sfida che ha avuto il senso dell’avventura. Inizialmente previsto per pochi mesi, il periodo in Finlandia si protrae per due anni: un tempo che consente di immergersi pienamente nella cultura di un popolo, trasformare la lontananza da casa in nuove radici, intrecciare relazioni e costruire una rete di affetti.
Poi, sarà la volta di Berlino, così il mondo tedesco le entra nel cuore con forza travolgente, tanto da accompagnarla nella sua realtà di adesso, a Berlino, con una famiglia e la vita di expat ormai perfettamente integrata. La vita delle parole, oggi costituisce il suo lavoro, lei che sa cosa significa imparare a tenersi in equilibrio su una lingua, seguirne con pazienza le evoluzioni e imparare ad addomesticarla, giorno per giorno.
“Fremdschämen”
Tutti conoscono il sentimento della vergogna, si ricordano di averlo provato e sanno come chiamarlo nella propria lingua. Esiste però un preciso tipo di vergogna che risulta difficile da denominare per i parlanti di molte lingue (tra cui l’italiano). Si tratta della vergogna provata per il comportamento di un’altra persona, chiamata “fremdschämen” in tedesco.
La lingua finlandese non ha genere: non c’è differenza tra “lui” e “lei”, il che rende obsoleto la diatriba sui titoli di lavoro o il dibattito di genere. Una personalità quale Tanja Halonen, presidente della Finlandia dal 2000 al 2012, ci fa riflettere su come la discussione sull’identità di genere sia profondamente legata alla politica e alla cultura (e quindi alla lingua), ovvero al modo in cui una società esprime se stessa. Una lingua può aiutarci anche in fatto di buona educazione? Se in Italia i dibattiti televisivi (purtroppo!) raccontano di quanto sia frequente la brutta abitudine di interrompere gli altri, in Germania è invece considerato fortemente maleducato: non sarà forse un caso se in lingua tedesca il verbo o la negazione siano proprio le ultime parole della frase. In un certo senso, la struttura di questa lingua costringe ad aspettare e ci insegna a coltivare la pazienza prima di dare il proprio giudizio.
Imparare una nuova lingua significa uscire dalla propria comfort zone, imparare nuovi modi di pensare e di esprimere se stessi: trovare più sicurezza in sé e nelle proprie risorse, proprio come quando andiamo alla scoperta di un posto nuovo e impariamo a cavarcela, trasformando le difficoltà in risorse. Ecco che l’attesa di un viaggio e il ritorno si trasformano all’insegna della felicità: masticare le prime parole di una lingua, iniziare a capire come esprimere il proprio nome e presentare se stessi, o magari continuare online una conversazione avuta in viaggio, fanno già pienamente parte dell’avventura del viaggio. Un viaggio che continua anche a casa grazie alla magia della lingua. In tedesco esiste una parola che spiega tutto questo: è “Vorfreude”, la sensazione di gioia propria dell’attesa, mentre ci prepariamo a un evento felice che sta per accadere. Un po’ come quando stiamo per partire e mentre acquistiamo la guida o organizziamo i percorsi ci sentiamo già con la mente in vacanza.
“Vorfreude”
La sensazione di gioia che si prova mentre si aspetta che un evento felice accada. La “Vorfreude” si prova ad esempio mentre si pianifica una vacanza, mentre si aspetta di incontrarsi con la persona amata o si sta per mangiare un piatto particolarmente buono. Tutte queste attese gioiose si indicano con questa la parola intraducibile in italiano.
Iniziare a parlare una nuova lingua, spiega Barbara, apre la mente a nuove realtà, arricchisce l’esperienza personale grazie al contatto con nuove culture, insegna modi di pensare e valori diversi. Senza contare… l’effetto amicizia! Nel momento in cui si va in vacanza e si ha la possibilità di comunicare un po’ grazie alla conoscenza della lingua locale intrattenersi con la gente del posto diventa occasione per essere visti con altri occhi rispetto al tipico “turista”, intrecciare nuove relazioni (anche d’amore), ricevere un invito a una festa di paese, andare alla scoperta di bar e ristoranti più tipici, quelli veri. Oltre alla possibilità di trasformare il luogo di una vacanza nella prossima casa. Dai contatti e dall’avventura di una vacanza, infatti, può nascere un soggiorno studio o un’esperienza di lavoro all’estero.
“Sobremesa”
Gli spagnoli amano i grandi pranzi conviviali, ma, come ben sappiamo noi italiani, mangiare non è solo una questione di nutrimento. Se dopo pranzo vi piace rimanere seduti a tavola per chiacchierare con gli amici o i famigliari, sappiate che vi state gustando una “sobremesa”.
Gli ostacoli più frequenti? Lasciarsi scoraggiare dai risultati può davvero essere frustrante, soprattutto nei primi mesi quando le conoscenze sono ancora minime e gli esiti dello studio non sembrano essere soddisfacenti. Altrettanto vale per la frustrazione dovuta alla mancanza di possibilità di fare pratica. Ma la strategia che possiamo imparare da un’esperta come Barbara Baisi ci sprona a due regole fondamentali: innanzitutto è importante avere ben presente di cosa abbiamo bisogno. In secondo luogo… concentrarci su quello senza perdere di vista il nostro obiettivo! Quello che desideriamo è semplicemente farci capire durante la prossima vacanza? In questo caso è sufficiente una conoscenza base della lingua: riuscire a cavarcela in una breve conversazione con gli abitanti del Paese che stiamo per visitare sarà già una vittoria. Oggi fare pratica è più semplice che in passato. Oltre alle app disponibili online, possiamo fare uso di strumenti come Skype, per chiacchierare con quelli che una volta sarebbero stati magari “gli amici di penna”.
Verschlimmbessern
L’abbiamo fatto tutti almeno una volta: provi a mettere a posto un piccolo problema e facendolo combini un disastro. Magari hai provato a riparare una ruota della bici a terra e adesso non gira neanche più? Oppure hai reinstallato il sistema operativo sul tuo computer e adesso non riesci nemmeno ad accenderlo… Stendiamo poi un velo pietoso su quel taglio di capelli un po’ storto che hai provato a mettere a posto da solo…
Attenzione, uno dei motivi per cui spesso le persone abbandonano in fretta lo studio di una nuova lingua è legato all’obiettivo finale: prima di iniziare chiediti perché. Decidere di studiare una lingua solo perché dal punto di vista lavorativo può tornarci utile non basta! Al contrario, dimostra l’esperienza di persone come Barbara, a volte la curiosità per nuovi mondi e culture è quello che aiuta davvero, è ciò che ci permette di superare anche i momenti di scoraggiamento, perché sapremo il motivo per cui lo stiamo facendo.
Leggere articoli di giornali locali in lingua è un modo per migliorare le proprie conoscenze linguistiche e al tempo stesso seguire dibattiti di interesse generale, rimanendo aggiornati sui temi attuali, ecco uno dei segreti di Barbara Baisi che della sua routine quotidiana svela altre piccole strategie utili: l’ascolto di audiolibri in lingua, le serie tv e le app. La tecnologia diventa amica della nostra voglia di imparare. Il consiglio? Iniziamo a studiare i modi di dire: sono piccole perle di cultura popolare che racchiudono in sé sprazzi della mentalità del paese di origine. Non solo, stuzzicano la nostra curiosità e ci divertono. In fondo grazie alle parole presenti in questo articolo non hai già imparato qualcosa di nuovo? Costruire una conoscenza linguistica è organizzare un piccolo mattone sull’altro, con pazienza e amore, sapendo che l’orizzonte più vasto si incontra quando osiamo uscire dal nostro per scoprire una nuova visione.
Serendipity
Ciò che accade quando, nel cercare un qualcosa di specifico, troviamo qualcos’altro di piacevolmente inaspettato: la classica botta di fortuna! Molte delle grandi scoperte dell’umanità sono il frutto di simili scherzi del destino o, se vogliamo, di fortunate coincidenze: la spiegazione della fotosintesi, la scoperta della penicillina, i raggi X o, ancora, la celebre scoperta dell’America!
E ora impara la lingua che ti servirà in vacanza!
Studiare poco ma spesso è l’asso nella manica per memorizzare al massimo le lezioni di inglese, francese e tedesco. E arrivare all’estate pronti per viaggiare all’estero.
C’è chi voleva prenotare un taxi, ma ha chiamato una limousine, chi ha dovuto pagare due volte un gelato perché non riusciva a spiegare di aver già dato i soldi, chi desiderava un’insalata e si è ritrovato davanti un piatto di peperoncini piccanti. È quanto emerge da un sondaggio commissionato da Babbel, la app per imparare le lingue con un milione di abbonamenti attivi, su come se la cavano con inglese, francese, spagnolo e tedesco gli italiani in vacanza. Il 69% ha perso un’occasione perché non parlava la lingua del posto, il 78% ha deciso di mettersi a studiare proprio dopo questa esperienza. Ma ci si riesce quando si hanno lavoro e famiglia?
“Noi abbiamo studiato lezioni che durano solo 10-15 minuti, perfette da seguire online o offline nei tempi morti, tra una riunione e l’altra o sull’autobus” dice Emanuele Tonetti, project manager nel dipartimento di didattica di Babbel (babbel.com) che al momento propone 14 lingue (calibrate sulla nazionalità di chi impara). “I moduli sono pensati per cavarsela da subito nelle situazioni più comuni come presentarsi o ordinare il pranzo. L’obiettivo è divertirsi. A chi studia il tedesco sveliamo i segreti dell’Oktoberfest, per il francese consigliamo come scrivere una lettera d’amore”. Tra i temi di conversazione utili all’estero, gli intervistati mettono i mezzi di trasporto e l’orientamento (55%), il cibo e i ristoranti (18%), le frasi di cortesia (17%). “Per arrivare preparati è importante portare la nuova lingua nel quotidiano” prosegue Tonetti. “Cenare nel ristorante brasiliano sotto casa; ascoltare web radio inglesi o svedesi; frequentare un corso di ballo latino americano. E, poi, attaccare post-it con la parola straniera corrispondente sui mobili, i libri, i cibi. Leggerli aiuterà a memorizzarli”. Così, già in un paio di mesi, ci si sentirà pronti per prenotare un volo oltre confine.