Quante volte ci siamo lamentate di tutte quelle oscillazioni o alterazioni che subisce nel corso degli anni il nostro corpo e la nostra silhouette! Ma accade spesso, erroneamente, di interpretare alcuni mutamenti in modo sbagliato. Un esempio? Quando pensiamo di essere ingrassate e invece si tratta di ritenzione idrica o, al contrario, quando crediamo di avere la cellulite e invece è proprio adiposità localizzata. Sì, perché occorre distinguere i due problemi. Vediamo insieme la differenza.
Cellulite o grasso?
L’adiposità localizzata è un inestetismo che si manifesta con un’alterazione del nostro profilo e può essere diffusa, e quindi distribuita, in diverse zone corporee oppure localizzata in aree ben precise – hai presente le cosiddette forme a pera o a mela? Solitamente (a meno di disfunzioni) si parla di grasso in coincidenza di un aumentato introito calorico esattamente come di un ridotto consumo energetico: l’adiposità in questi casi si accumula a livello sottocutaneo del grasso che rappresenta la naturale riserva di energia dell’organismo e così, le cellule che hanno la funzione di “stoccare” le riserve (adipociti), accumulano al loro interno i lipidi aumentando notevolmente di volume.
La cellulite indica invece una condizione alterata del microcircolo e ha poco a che fare col ‘grasso’, tanto che si racconta spesso di quanto questo antiestetico problema sia democratico. Quello che avviene esattamente sotto la superficie cutanea è un’ipertrofia delle cellule adipose: aumentano di volume e si espandono, determinando un accumulo di liquidi in eccesso negli spazi intracellulari. Non solo. La cellulite mina infatti anche il delicato equilibrio del sistema venoso e linfatico alterando persino il flusso sanguigno e favorendo, ahinoi, quella ritenzione di liquidi tanto odiata.
I quattro stadi della cellulite
La cellulite parte da una fase iniziale, quasi impercettibile, in cui prevale appunto il ristagno di liquidi nei tessuti e, in termini tecnici, viene definita “edematosa“: si tratta di una condizione decisamente reversibile e che può essere curata con buoni risultati attraverso il movimento costante, una corretta alimentazione e massaggi e creme studiate ad hoc.
Quando nel tessuto adiposo si incominciano a formare piccoli noduli, la pelle perde elasticità e diventa più rigida, è qui che si incomincia a parlare di secondo stadio o di cellulite “fibrosa”. Questo secondo stadio della cellulite si localizza all’interno delle cosce e delle braccia con la caratteristica e fastidiosa buccia d’arancia ma, anche in questo caso come nel primo, possiamo confermare che, se trattata tempestivamente, può essere curata.
Altro discorso invece per la cellulite flaccida che appartiene al terzo stadio, quando i noduli aumentano di dimensione, si induriscono e fanno male. Purtroppo a questo punto possono comparire anche i segni di una vera e propria insufficienza venosa e linfatica e si inizia a soffrire di gonfiori anche a polpacci e caviglie: in questo caso, anche se si può ancora intervenire, è meglio affidarsi a mani esperte. Proprio come per la cellulite sclerotica, che costituisce lo stadio finale della degenerazione, quello in cui la pelle si presenta con il classico aspetto “a materasso”.
Come combattere la buccia d’arancia
Se la cellulite non ha ancora raggiunto uno stadio avanzato, alcuni semplici accorgimenti nello stile di vita, a partire dall’eliminazione di fumo e alcool, un’alimentazione basata sul giusto apporto di frutta, verdura e fibre (oltre a una buona dose di acqua), un’attività fisica aerobica costante, insieme all’utilizzo di una specialità medicinale in crema Anticellulite, possono essere in grado di ridurre visibilmente la cellulite.
Inoltre cerca di indossare il più possibile abiti confortevoli e non troppo stretti e scarpe con tacchi non eccessivamente alti (lo sappiamo che lo stiletto fa tutto un altro effetto, ma puoi lasciarlo per i giorni di ‘festa’) perché proprio da qui parte la cura della cellulite: volendosi bene.