Giocare sviluppa creatività e fantasia più di qualsiasi attività “strutturata”. L’unica regola per apprendere bene – e giocare bene – è “avere voglia”.
Una generazione di bambini impegnati in mille attività didattiche e formative, dall’inglese con la madrelingua oxfordiana alle lezione di volteggio e ginnastica artistica passando per solfeggio e pianoforte. Siamo noi genitori che li vogliamo preparare a grandiose carriere, usando calendari digitali per gestire gli infiniti impegni dei figli, ma facciamo davvero il loro bene? Sfatiamo questa idea di vedere i bambini in prospettiva del futuro. I bambini devono vivere nel presente e devono avere la possibilità di giocare: è proprio il gioco uno dei diritti dei bambini elencato nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’ONU.
E se ci si pensa, sono proprio le attività meno strutturate quelle che fanno crescere i bambini in armonia, poiché sono quelle più stimolanti, sia per la fantasia e la creatività sia perché rinnovano continuamente la curiosità. L’unica “regola” è che i bimbi vi partecipino liberamente, quindi che “abbiano voglia” di giocare. Un gioco o un’attività strutturata rende il bambino più passivo di quel che si pensi. Ecco perché le sorelle Agazzi avevano scoperto “le cianfrusaglie” come uno dei giochi più amati dai bambini, mentre per Rousseau era l’esperienza della natura a rendere attivo il bambino nell’apprendimento e nell’educazione.
Perciò il vero e unico modo per avere bambini sereni, curiosi e intelligenti è farli giocare quando ne hanno voglia. Se sono stanchi – e se fanno tante attività strutturate, sono spesso stanchi – lasciamoli riposare: non si divertirebbero, né apprenderebbero.
Tra le attività “poco strutturate” che si possono proporre senza imposizione ci sono quelle che sviluppano la manualità. Dai disegni coi pennarelli, ai gessetti sulla lavagna, ai ritagli di carta e cartone, alle creazioni fatte con materiale da riciclo come rotoli di carta igienica, bottiglie di plastica, tappi e tutto ciò che ci viene in mente. Un classico amatissimo è la pasta di sale o la pasta colorata da modellare. Play-Doh di Hasbro è un brand molto apprezzato dai bambini, che propone una pasta colorata senza sostanze nocive o tossiche, fatta proprio per stimolare in modo semplice l’immaginazione. Creare una farfalla, una casetta, un albero o qualsiasi altra cosa, impegna il bambino in un tentativo di imitazione: deve calcolare le proporzioni, riflettere sui colori, organizzare lo spazio e le modalità per dare forma all’opera che ha in testa. Tante strategie da mettere in campo e tanti strumenti che vengono riscoperti con funzioni diverse. Chi ha mai visto una forchetta creare i capelli lunghi di una sirenetta, un cucchiaio da gelato formare tante ciliege, uno schiaccia-aglio creare i boccoli di un angioletto, la paglia nella mangiatoia o il pelo di un labrador? Insomma una pluralità di stimoli tutti nati da una sola idea e da una sola materia.
Play-Doh scatena anche i bambini più pigri nella realizzazione di tante piccole opere d’arte: che non sono coccinelle o farfalle, ma le menti dei nostri figli. Scopri di più su www.playdoh.it