Come può la parola aiutare a curare il dolore, a colmare il vuoto? Accade quando si trasforma in condivisione, vicinanza al di là dello spazio e del tempo: una parola capace di unire attraverso la distanza.
La distanza è quella creata dal dolore perché la sofferenza crea intorno a chi la vive un muro fatto di silenzi. È difficile parlare del proprio dolore e non c’è sofferenza più grande del viaggio di due genitori alla ricerca di un figlio che si fa attendere: spesso incompresi, oggetto di curiosità e domande invadenti, a stento questi viaggiatori riescono a proteggere la propria delicata intimità.
Ho perso la speranza, si intitola così il post che un’anonima lascia sul sito: un messaggio che termina con “Grazie di cuore a chi vorrà rispondermi”. E le risposte arrivano, come quella di Arianna, che aggiunge fra i commenti: “Io ci sono, non sei sola”. Perché una comunità narrativa serve soprattutto a questo: condividere sapendo di essere ascoltati.
Sembra una cosa da nulla, invece è già moltissimo. L’ascolto, quello autentico e senza giudizi, è un dono immenso, un cuore che batte nella notte sfidando la solitudine.
Il sito “Parole Fertili” nasce così, uno spazio di condivisione online, sicuro e senza giudizi, dedicato alla condivisione di storie, con il sogno di un orizzonte in cui poter incontrare altri viaggiatori come noi, alla ricerca del loro bambino.
Genitori lo si è già dentro, nell’anima, ma qualche volta realizzare questo desiderio diventa un cammino doloroso che sfinisce il nostro bisogno di speranza. Il viaggio per diventare genitori è una strada su cui si incontrano ostacoli e cadute, per questo le parole arrivano in aiuto: condividere la propria storia diventa un punto di forza, per se stessi e anche per gli altri. Condividere significa avere un momento di cedimento, a volte cadere, ma rialzarsi scoprendo di non essere più soli.
Spesso parlare della ricerca di un figlio non è facile: Alice, Anna, Eugenio, Francesca, Eleonora ci hanno provato, insieme a tanti altri. Grazie alle loro testimonianze è nato il sito www.parolefertili.it, un progetto di storytelling digitale nato per raccogliere le esperienze di chi ha intrapreso un percorso, spesso difficile e non sempre a lieto fine, verso la maternità; per raccontare il desiderio di un figlio che non arriva, una storia che per ognuno è diversa, fatta di momenti belli e momenti difficili.
In questo spazio raccontare significa potersi lasciare andare alle emozioni, condividere gli attimi di paura e i dubbi dei momenti di incertezza, pronunciare parole di speranza, vivere il dolore e la felicità, sapendo che intorno ci sono altri viaggiatori alle prese con un percorso uguale, disegnato con trepidazione dall’attesa di un cuore che batte.
Quando le cose vanno bene, è bello poter condividere la gioia con qualcuno, e quando vanno meno bene è altrettanto fondamentale avere la possibilità di sentire delle voci amiche, altre persone che ci capiscono.
ParoleFertili.it è uno spazio per raccontare perché alcune storie vanno a finire come vorremmo, altre no: nei viaggi, e nella vita, c’è spazio per ogni cosa, per le soddisfazioni e le delusioni. In questa piattaforma puoi fermarti a leggere, ascoltare e decidere di prendere parola anche tu, raccontando la tua esperienza: uno spazio di libera condivisione, anche in forma anonima, dove a emergere sono le storie, quelle vissute da ogni genitore, donne e uomini.
Hai affrontato o stai affrontando il viaggio alla ricerca di un figlio?
Dona la tua storia: è un piccolo gesto che può fare una grande differenza: creare un sorriso quando il futuro fa paura, far sentire meno soli in questo strano, entusiasmante, ma anche difficile, viaggio che facciamo tutti insieme.
Scrivi a: parolefertili.it/condividi-la-tua-storia
A fianco delle donne, nel percorso verso la maternità
Dal 2016 IBSA sostiene il progetto Parole Fertili per incentivare il dialogo tra professionisti e coppie che intraprendono insieme il viaggio alla ricerca di un figlio. Nel tempo, Parole Fertili si è trasformato in una vera e propria community (presente anche su Facebook con oltre 10.000 membri) e anche in un libro.