La chirurgia robotica in Italia si sta diffondendo a una certa velocità. Questa tecnica, già molto utilizzata in gran parte d’Europa (soprattutto in Francia) permette, infatti, di ottenere vantaggi non indifferenti per la salute. I suoi punti di forza sono: precisione, mininvasività, recupero più rapido, ferita ridotta e possibilità di divulgazione della tecnica a distanza.
Inoltre, come scopriremo grazie all’esperta, la chirurgia robotica si sta rivelando alleata delle donne “spingendo” il mondo della chirurgia a una specializzazione di genere.
Perché la chirurgia robotica?
Una delle maggiori obiezioni che il mondo della chirurgia cosiddetta “tradizionale” ha cercato di portare alla chirurgia robotica, punta sul fatto che già esistano laparoscopia e videotoracoscopia.
La prima utilizzata per operare l’addome, la seconda invece per gli interventi al torace. Ebbene, è vero che esistono già queste due tecniche ritenute mininvasive, ma è altrettanto vero che la chirurgia robotica presenta oggettivi vantaggi, compiendo un’evoluzione.
Tra i vantaggi della robotica, si annoverano: minore trauma, minor dolore, esigue perdite ematiche, maggiore precisione e un recupero più veloce delle attività quotidiane da parte del paziente. Non da ultimo, dunque, è reale anche il vantaggio di una degenza post-operatoria più breve.
Dove si applica la chirurgia robotica
Gli interventi che, a oggi, possono essere eseguiti con la tecnica robotica sono davvero moltissimi. A tal proposito, è prezioso il contributo della prof.ssa Franca Melfi, Professoressa di chirurgia toracica dell’Università di Pisa e responsabile del Centro di Chirurgia Robotica Toracica di Pisa.
«Tra i vantaggi della chirurgia robotica, abbiamo sicuramente una maggior precisione. Ciò si deve a una tecnologia più avanzata che permette maggiore profondità di campo e una magnificazione dell’immagine superiore. Inoltre, grazie all’uso di questo software, si possono correggere le minime alterazioni fisiologiche del chirurgo durante l’intervento come, per esempio, il tremore della mano» spiega la prof.ssa Menfi.
Per quanto riguarda la tipologia di interventi oggi eseguibili con la tecnica robotica, si può affermare che dopo 20 anni di chirurgia robotica, ora la tecnica si è talmente specializzata che permette di eseguire con efficacia persino interventi di trapiantologia (soprattutto trapianti di pancreas e rene).
«Negli anni, l’uso della chirurgia robotica è cresciuto moltissimo. L’Italia in tal senso si pone al terzo posto in Europa per utilizzo della tecnica. In Italia si contano infatti circa 20.000 interventi all’anno con chirurgia robotica (oltre 4.000 solo in Toscana) e nel mondo 5.000.000 di interventi. Si tratta di una tecnica eccezionale anche per far fronte alla diminuzione del numero di chirurghi nel mondo, grazie alla possibilità di insegnare a distanza. Insegnamento e divulgazione che superano anche le barriere di genere, aprendo il mondo della chirurgia alle pari opportunità e spianando la strada allo studio di una chirurgia e di una medicina di genere» precisa l’esperta.
Quanto parliamo di chirurgia ginecologica il robot è già un’alleato fondamentale per la salute femminile. Le parliamo con la Professoressa Daniela Surico responsabile della ginecologia oncologica della Azienda ospedaliera universitaria maggiore della carità di Novara.
Come funziona la chirurgia robotica
Ma cos’è esattamente la chirurgia robotica e come funziona? In breve, il chirurgo opera a distanza. Nel senso che a eseguire le operazioni è materialmente un robot comandato dal chirurgo attraverso un software.
Il medico resta seduto davanti a una console e impartisce gli “ordini” al robot ottenendo così una precisione mai prima d’ora raggiunta.
La robotica è dunque l’evoluzione di tecniche ritenute mininvasive come la laparoscopia. Oggi, come spiega perfettamente la prof.ssa Menfi, la chirurgia robotica può essere usata quasi in ogni tipo di intervento, con efficacia e sorprendente successo per esempio nella chirurgia oncologica.
Nello specifico la robotica si rivela un’eccellente risorsa nella chirurgia toracica in caso di neoplasia polmonare proprio grazie alla sua precisione, alla mininvasività e alla possibilità di ridurre al minimo la degenza post-operatoria.
Dentro la tecnica robotica
Il robot oggi è in grado di garantire una precisione dell’intervento chirurgico davvero sorprendente. Il sistema robotico si basa, infatti, sul concetto della immersive intuitive interface. Ovvero, il robot traduce i movimenti del chirurgo in modo intuitivo ed è in grado di fornire una visione realmente tridimensionale del campo operatorio. È come se il chirurgo si immergesse nella “cavità” che va a operare.
Per quanto riguarda la mininvasività, questa è garantita dall’utilizzo di strumenti dalle piccolissime dimensioni; si tratta di strumentazione chirurgica dal diametro che va dagli 8 ai 12 mm. La ridotta invasività permette, quindi, di ridurre la superficie della ferita e, di conseguenza, le perdite ematiche.
Infine, grazie alla possibilità di affiancare due console (e, quindi, due chirurghi), si riesce a ottenere e coordinare anche un eccellente lavoro di squadra. Sempre grazie al software e alla simulazione virtuale, inoltre, è possibile insegnare il metodo e la tecnica della chirurgia robotica a distanza ovunque si desideri, in Italia e nel mondo.