Tante persone diverse, tante storie diverse, ma qualcosa in comune: un giorno, improvvisamente la malattia è entrata nella loro vita, o in quella di uno dei loro cari. Il silenzio è una reazione frequente in queste situazioni: non ne parlo perché così mi sembra che il dolore, la paura , siano meno reali, perché mi vergogno a far sapere agli altri quello che provo, perché temo di allontanarli da me. Oggi, al contrario, sappiamo che condividere le emozioni, raccontare la propria esperienza è un atto di grande valore e un modo importante di affrontare un momento difficile come la malattia.
Per diffondere la consapevolezza dell’importanza del racconto dell’esperienza personale nasce “Viverla Tutta”, una campagna di comunicazione e impegno sociale promossa da Pfizer che porta sulle reti Mediaset e sul web le testimonianze di quattro donne, Debora, Annalisa, Giovanna e Marisa, ambasciatrici di coraggio, speranza e determinazione.
Il percorso di Viverla Tutta, avviato nel 2011, risponde al forte bisogno di condivisione di chi si trova suo malgrado protagonista di un’esperienza difficile e dolorosa. Dalle tante storie raccolte sul sito www.viverlatutta.it – che rappresenta un punto di riferimento in rete a disposizione di pazienti e di chi li assiste – quattro sono diventate brevi videoracconti di grande impatto emozionale.
“Viverla Tutta” vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica il valore del dialogo e dell’ascolto nel rapporto medico-paziente e promuovere l’approccio della medicina narrativa. Secondo questa metodologia, la malattia non va considerata solo come un insieme di sintomi, cause e rimedi, ma un ruolo cruciale è riconosciuto alla testimonianza del paziente e all’ascolto da parte del medico. “L’iniziativa vuole rappresentare un punto di riferimento per chiunque senta il bisogno di raccontarsi, lanciando un messaggio sull’importanza della narrazione nel processo di gestione e cura della malattia”, spiega Massimo Visentin, Presidente e Amministratore Delegato di Pfizer Italia. “Le quattromila testimonianze raccolte nel corso della campagna, segno della forte necessità di condivisione dei pazienti e di chi li assiste, lo dimostrano. Si tratta di un’iniziativa nella quale crediamo molto e che rispecchia pienamente i valori di centralità dal paziente e responsabilità sociale che guidano il nostro operato”, conclude Visentin.
Se integrata con la medicina basata sulle evidenze, la medicina narrativa può offrire benefici concreti in termini di decisioni clinico-assistenziali più complete, personalizzate, efficaci e appropriate. Lo ha confermato anche la prima Consensus Conference sulle “Linee di indirizzo per l’utilizzo della medicina narrativa in ambito clinico-assistenziale, per le malattie rare e cronico-degenerative”, promossa nell’ambito del “Laboratorio sperimentale di medicina narrativa” coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con Asl 10 di Firenze, European Society for Health and Medical Sociology e Pfizer Italia.
Per saperne di più e scoprire come condividere una storia di malattia, visita il sito: www.viverlatutta.it e la pagina facebook.