Le donne forti non si arrendono mai
«Nelle donne ogni cosa è cuore, anche la testa» scrive Jean Paul Richter, scrittore e pedagogista tedesco.
In un certo senso è proprio così. Secondo le neuroscienze il cervello maschile sembra essere maggiormente orientato verso la soluzione immediata del problema, mentre le donne mostrano una capacità più alta di gestione delle emozioni negative. Hanno combattuto, e spesso continuano a farlo, in silenzio, senza poter alzare la voce: dalle retrovie le donne lavorano, amano e pensano alla sopravvivenza della famiglia, spesso sostituendo mariti e padri assenti.
Una donna sa bene che cosa significa ragionare con il cuore, perché per secoli è stata abituata a decidere in pochi istanti come far bastare il pane per tutti. E mettere davanti a sé la sopravvivenza delle persone amate. Ecco perché non abbiamo paura di incassare i colpi difficili e andare avanti: le emozioni sono la risorsa che ci salva.
La resilienza è una virtù delle donne
Perdere un figlio, superare i danni fisici e psicologici di una catastrofe, trovare un nuovo scopo di fronte a una crisi economica: in fisica viene definita resilienza la capacità di resistere agli urti senza spezzarsi.
Nella vita di ogni giorno essere resilienti significa adattarsi in maniera veloce e saper accettare i cambiamenti, una qualità naturale dell’essere umano. Le donne reagiscono meglio allo stress ripetuto: a spiegarlo è il Dipartimento di Psicobiologia dell’Università di Buffalo, New York. A differenza della controparte maschile, i test hanno evidenziato che nel cervello femminile i livelli dei recettori del glutammato, collegato alla memoria a breve termine, non subiscono deficit.
Per rispondere a una situazione stressante in modo ottimale è necessario tener conto di quanti più fattori possibili. Favorire il cambiamento è imparare a trasformare in opportunità le occasioni intorno a noi: per farlo hai bisogno di immaginazione… e di correre il rischio.
Il futuro dell’emancipazione è l’istruzione
Muhammad Yunus, economista e banchiere bengalese, nel 2006 ha vinto il premio Nobel per la pace. Partendo da un sistema di prestiti alle donne dei villaggi è riuscito a creare un modo differente di fare economia: il microcredito. Grazie alla Grameen Bank, fondata in India nel 1976, anche la fascia più povera della popolazione ha potuto beneficiare dell’accesso al credito attraverso micro prestiti senza la richiesta di garanzie. Il 94-97% dei prestiti è stato erogato per finanziare progetti di donne. La motivazione?
A quanto sembra si tratta di un’osservazione verificata sul campo: quando il denaro risulta affidato a una donna, il prestito appare più sicuro. Motivate a restituire il debito in fretta e migliorare le condizioni di vita, spesso devastanti, le donne ancora oggi, in tutto il mondo, lottano per uno dei più importanti diritti in grado di favorire l‘emancipazione: la scuola.
L’istruzione ha il potere di rendere libere e non avere paura
«All I want is education. And I’m afraid of no one»: le parole di Malala Yousafzai, la vincitrice più giovane del Premio Nobel per la Pace, hanno raggiunto tutto il mondo.
Come sottolineato dall’Unesco, l’istruzione migliora il benessere individuale e promuove la pace. Se in alcuni Paesi le difficoltà sono al limite della sopravvivenza e si combatte contro abusi, matrimoni forzati, lavoro minorile e condizioni di vita durissime, in Occidente le donne si confrontano con problemi diversi.
Tuttavia le sfide da affrontare sono ancora molte, perché pensare con la propria testa non è mai facile. Avere il coraggio di fare le scelte che sentiamo importanti e rimanere fedeli a noi stesse a volte complica le cose, perché ci rende più libere… e meno ubbidienti.
Ascoltare le proprie emozioni rende forti e coraggiose
Ogni donna cerca di trovare la sua personale ricetta al vivere quotidiano. Porta dentro di sé i segni delle ferite e l’impronta meravigliosa dei sogni, che fino all’ultimo respiro non smettono di farci battere il cuore.
Secondo le ricerche le donne da anziane si ammalano di più, ma grazie agli estrogeni sopportano il dolore meglio degli uomini, come emerge da un’indagine svedese.
La resistenza non è un semplice regalo del dna, bensì un modo di affrontare la vita. Secondo i dati di uno studio effettuato presso l’Università di Malaga, in Spagna, le donne di fronte a un disturbo cronico, anziché concentrare tutti gli sforzi nel tentativo di far sparire il sintomo, cercano di migliorare la qualità della vita nonostante il problema: accettano il dolore.
L’ascolto delle proprie emozioni apre le porte della consapevolezza. Non si nasce forti: donne coraggiose si diventa, diciamolo alle bambine. L’indipendenza, fisica e mentale, la felicità, la voglia di non darsi per vinte sono conquiste da celebrare, a ogni età.